The Square
di Ruben Ostlund
con Claes Bang,
Elisabeth Moss, Dominc West, Terry Notary
Commedia/Drammatico, 142 min.,
Svezia/Danimarca/USA/Francia, 2017
Tipico esempio di film nordico da festival.
E infatti ha vinto la Palma d’oro all’ultimo festival di Cannes. Ma cosa
intendo esattamente con la assolutamente generica e semplicistica denominazione
“film nordico”? Non un’opera alla Carl Theodore Dreyer, non un film alla
Bergman e neppure alla Lars von Trier. Nel caso di Ostlund tornano alla mente
le tematiche e certe atmosfere di Susanne Bier (In un mondo migliore, 2010),
Roy Andersson (Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza, 2014),
Aki Kaurismaki (Miracolo a Le Havre, 2011).
Significa che una vera e propria
storia (in senso hollywoodiano) non c’è. Ci sono delle ramificazioni, delle divagazioni rispetto alla
storia principale che viaggiano su binari che sembrerebbero morti. Siamo spinti
a pensare ad un errore, ad un’inutile spreco di forze, e invece questo è un
modo peculiare per indagare la natura umana.
La commedia si fa cupa, le scelte
del protagonista risultano sconclusionate e discutibili: così facendo nello
spazio di due ore e mezza vengono toccate moltissime tematiche contemporanee e
universali come il potere dei media, le contraddizioni dell’arte, le differenze
sociali e culturali, le pericolose derive della nostra società. Detta così,
sembrerebbe un capolavoro. E invece viene trattato tutto in modo un po’ troppo
asettico e (falsamente) cervellotico. Un’opera notevole, certo, che manca però
di quel tocco di poesia che la avrebbe resa indimenticabile.
Voto: 3 ½ su 5
(Film visonato il 9 dicembre 2017)