Chi ha letto l’ultimo romanzo di Jonathan Franzen Libertà (a breve
la recensione su questo blog) sa già che i Traumatics sono la band rock
dell’affascinante e carismatico Richard Katz, che nel libro costituisce il terzo
vertice del triangolo formato, insieme a lui, anche da Walter e Patty (triangolo
che diventerà poi un quadrato).
Ancora prima di comparire fisicamente sulla
scena, Richard viene descritto per la prima volta da Eliza, l’amica del college
di Patty, con parole enfatiche ed estasiate che riescono bene ad evocarne la
forte carica sessuale, tratto distintivo che non lo abbandonerà mai nel corso
del racconto: «Sai, è così grande che mi sembra di venire ribaltata da una
stella di neutroni. Di venire cancellata da una gigantesca gomma da
cancellare».
A poche righe di distanza segue la descrizione di Patty:
«Richard somigliava tantissimo (cosa che nel corso degli anni fu notata e
fatta oggetto di commenti da molte altre persone, oltre a Patty) al dittatore
libico Muammar Gheddafi. Aveva gli stessi capelli neri, le stesse guance
abbronzate e butterate, la stessa maschera sorridente e compiaciuta da
uomo-forte-che-passa-in-rassegna-le-truppe-e-i-lanciarazzi, e dimostrava circa
quindici anni più dell’amico».
Oltre alla presenza fisica, l’altro elemento
che rende Richard molto popolare e desiderato dalle ragazze è il fatto di essere
leader e fondatore dei Traumatics, un gruppo che conosce alterne
fortune: «Lui e Herrera impiegarono tre anni a ricostituire i Traumatics, con
la bionda, bella e problematica Molly Tremain come seconda voce, e a pubblicare
il loro primo lp, Greetings from the Bottom of the Mine Shaft, con una
casa discografica microscopica. Quando suonarono all’Entry di Minneapolis,
Walter andò a vederli, ma alle dieci e mezza era già tornato a casa da Patty e
dalla piccola Jessica, portandosi dietro sei copie del disco [...]. Il secondo
disco della band, In Case You Hadn’t Noticed, venne notato tanto quanto
il primo, ma il terzo, Reactionary Splendor, uscí per una casa
discografica meno microscopica e venne citato in parecchie classifiche dei
Migliori Dieci di fine anno».
Nel romanzo il nome di Katz comincia allora
ad essere associato a quello di musicisti realmente esistenti, tra cui i
Buzzcocks, di cui i Traumatics aprono un concerto, Michael
Stipe, i Wilco e i Bright Eyes di Conor Oberst, alla cui esibizione
Richard è letteralmente trascinato da un euforico Walter: «Oberst, con
indosso uno smoking blu polvere, salì sul palco senza gli altri, si mise
un’acustica a tracolla e mormorò due lunghe canzoni senza l’accompagnamento
della band. Non era un pacco, era un autentico ragazzo prodigio, e quindi per
Katz ancora più indigeribile. Il numero da Artista Profondo e Tormentato,
l’autoindulgenza con cui spingeva le canzoni oltre i naturali limiti di
sopportazione, gli ingegnosi crimini contro le convenzioni del pop: recitava la
sincerità, e quando la recita minacciava di svelare la sincerità come falsa,
recitava la sua sincera angoscia per la difficoltà di essere sincero. Poi venne
fuori il resto del gruppo, comprese le giovani coriste, tre splendide
Grazie in abito da vamp, e nel complesso fu un ottimo concerto: Katz non si
abbassò a negarlo».
Se Franzen ricorre qui ad un meccanismo collaudato
facendo convivere nel suo romanzo personaggi reali accanto ad altri
assolutamente inventati, una ben più insolita fusione tra realtà e immaginazione
si realizza quando sono i personaggi di carta a sfuggire dal controllo
dell’autore e a diventare vivi, uscendo dalle pagine del romanzo e
cominciando a condurre la propria esistenza nel mondo reale.
È quanto accaduto ai
Traumatics i quali, appunto, ora esistono davvero, con tanto di pagina
Facebook e Twitter, video su Youtube e due
album all’attivo che riproducono fedelmente titoli, canzoni e testi presenti nel
romanzo. Il titolo del primo album è infatti Insanely Happy,
disponibile su iTunes da maggio dell’anno scorso e seguito, meno di un anno
dopo, da Reactionary Splendor e dal recente Greetings from the
Mine Shaft.
Il gruppo potrebbe avere tratto ispirazione da una “playlist
di canzoni che Richard Katz potrebbe non odiare” compilata da Franzen durante
una puntata dell’Oprah Winfrey Show.
Quello che stupisce, tuttavia, non è tanto
o solo l’influenza esercitata dalla letteratura sulla realtà, un fenomeno di cui
si potrebbero citare molti esempi, quanto piuttosto il livello di fusione
raggiunto tra i due piani, una fusione pressoché totale.
Infatti, a due anni
dalla nascita dei Traumatics, rimane del tutto ignota la reale identità
degli artisti che si celano dietro questo nome, i quali non hanno mai suonato
dal vivo, mentre testi e canzoni sono accreditate nientemeno che a Richard Katz
e Jonathan Franzen e ovunque sul web si riportano
come membri della band i personaggi inventati dallo scrittore, vale a dire,
oltre a Katz, Herrera, Molly Tremain “and friends”.
E a rendere ancora più
interessante la questione è che le tracce degli album non sono per niente male,
anzi ricordano da vicino le sonorità - nonché la stessa voce - di Lou Reed.
Si può parlare di plagio?
Forse. Ancora non si sa se Franzen abbia avallato il progetto o ne sia invece
estraneo, anche se, almeno in una prima fase, è più probabile la seconda
ipotesi.
Certamente negli ultimi anni la cultura si è trasformata profondamente,
assumendo forme e sfumature inedite, fondate su una giustapposizione di piani e
una interdipendenza tra prodotti e arti diverse.
Episodi del genere sono
all’ordine del giorno in campi come la musica e il cinema, dove materiali
originali vengono rielaborati e manipolati fino a diventare oggetti rinnovati,
portatori di un nuovo significato. In questo processo la letteratura è invece
un terreno ancora poco esplorato.
Nella maggioranza dei casi si rimane infatti
nello stesso ambito di partenza, poiché la rielaborazione di prodotti
testuali preesistenti dà vita ad altre creazioni letterarie: si pensi al caso
degli spin-off di saghe famose, prodotti sempre su carta.
In ogni modo il
mistero che avvolge i Traumatics potrebbe presto dissolversi, dato che
essi stessi, attraverso la voce del fantomatico frontman Richard Katz hanno annunciato l’intenzione di intraprendere un tour mondiale (che li porterà anche
in Italia), a patto di raccogliere attraverso donazioni volontarie almeno 5ooo
dollari entro il 6 agosto, necessari per finanziare i concerti.
Staremo a vedere.
Anche se, fino ad ora, sono stati donati solo 70 dollari.
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