Persona
di Ingmar Bergman
con Bibi Andersson e Liv Ullmann
Drammatico, 85 min., Svezia, 1966
****
Un’infermiera e un’attrice che ha deciso di non parlare più. La prima la assiste e gradualmente si apre, raccontandosi fino in fondo. I confini tra le due identità diventano sempre più labili. Film estremo che tratta una miriade di fondamentali tematiche novecentesche: la psicoanalisi, il tema del doppio, la comunicazione, il soggetto in rapporto all'ambiente, la maschera sociale. Sublime la fotografia.
Happiness
di Todd Solondz
con Jane Adams, Jon Lovitz, Philip Seymour Hoffmann
Drammatico, 134 min., USA, 1998
***
Grottesco, cinico, cattivo. La trama si sviluppa intorno a vari protagonisti. Tutti “sporchi”, tutti a loro modo “vinti”, tutti scontenti soprattutto quando dicono di non esserlo. Come se non bastasse i temi trattati sono scabrosi, anche se il limite tra la decenza e il cattivo gusto non viene (quasi) mai oltrepassato. Ottima la recitazione.
Al momento giusto
di Giorgio Panariello e Gaia Gorrini
con Giorgio Panariello, Giovanni Cacioppo, Carlo Pistarino, Kasia Smutniak, Luisa Corna
Commedia, 100 min., Italia, 2000
*1/2
Giornalista di serie B (Livio Perozzi) conquista la Rai grazie ad una “botta di culo”: la torre di Pisa crolla proprio mentre lui sta facendo un servizio sulla città. Il nuovo contratto ha però una clausola: entro la fine dell’anno Perozzi/Panariello dovrà fare un altro scoop. Le situazioni paradossali si susseguono e si intrecciano con una storia d’amore. Commediola passabile.
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