Possession
di Andrzej Zulawski
con Isabelle Adjani, Sam Neill, Heinz Bennent
Drammatico/Horror, 123 min., Francia/Germania Ovest, 1981
*** ½
Per
David Lynch il film “più completo degli ultimi trent’anni” (lo diceva al
Festival di Venezia 2006). Può essere. Noi ci abbiamo visto una storia morbosa,
malata, angosciante e angosciosa, tutto sommato completa. Certo, di difficile
interpretazione. Ma il Male, spesso, non si comprende fino in fondo ed è forse
per questo che è così affascinante.
Ancora vivo
di Walter
Hill
con Bruce Willis, Bruce Dern, Christopher Walken, William Sanderson
Noir/Gangster, 101 min., USA, 1996
***
Film dall’eccezionale impatto visivo e
dal buon impianto narrativo (supervisione di Kurosawa). Uno sconosciuto arriva
in una città di confine tra Messico e Texas e lì viene conteso da due bande
rivali a causa della sua eccezionale abilità nell’uso delle pistole. La
cittadina, stritolata dalle due fazioni, lentamente si spopola e lo
straniero John Smith (un buon Bruce Willis), che fa il doppio gioco, dovrà
sfruttare al meglio le sue potenzialità di pistolero per sopravvivere. Crudo e
spietato, il film si sviluppa così tra duelli all’ultima cartuccia che esaltano
lo spettatore e gli fanno capire da dove vengono (forse) certe scene del
recente Django di Tarantino.
Gli uccelli
di Alfred Hitchcock
con Tippi Hedren, Rod Taylor, Jessica Tandy
Thriller, 120 min., USA, 1963
***
La
storia si capisce già dal titolo: gli uccelli attaccano gli uomini. Perché? Il mistero
rimane. Hitchcock era maestro in questo e, detto sinceramente, solo lui avrebbe
potuto fare un film di questo tipo evitando di dare vita ad una storia senza senso. E’
eccezionale, poi, pensare e leggere degli effetti speciali realizzati, delle
decine e decine di uccelli ammaestrati, degli incidenti sul set causati dai
volatili, spesso cattivi con gli attori. Forse è per questo che la paura sembra
reale. Film aperto a mille interpretazioni (c’è in esso una strana magia alla
quale si riesce difficilmente a dare un nome) che inizia però a risentire del passare del tempo.
Il falò delle vanità
di
Brian De Palma
con Tom Hanks, Bruce Willis, Melanie Griffith
Commedia/Drammatico, 126 min., USA, 1990
** ½
La cifra stilistica dei film hollywoodiani di fine anni Ottanta inizio anni Novanta era il gusto per
l’eccesso, che ora indichiamo usando senza remore la parola kitsch. Qui la
storia, che vuole mettere a nudo le ipocrisie dell’alta società newyorkese
(politica e economica), è resa con una recitazione mai doma, sempre sopra le
righe (da parte di tutti gli attori), e con soluzioni registiche tanto geniali
(come il bellissimo piano sequenza iniziale) quanto stucchevoli (la lettura del
verdetto nel finale).
L’amore è una cosa
meravigliosa
di Henry King
con William Holden, Jennifer Jones
Romantico, 102
min., USA, 1955
**
Film sicuramente da vedere. Non tanto per la storia (anzi),
quanto perché dimostra in modo eccellente cosa fosse Hollywood negli anni ’50.
Qui abbiamo una dottoressa euroasiatica vedova (Jennifer Jones) che si dedica
anima e corpo al lavoro in un ospedale di Hong Kong. Fino a quando incontra un
corrispondente inglese (William Holden) di cui si innamorerà follemente. Come
andrà a finire? Chi ha visto Come un
uragano (di G.C. Wolfe, con Richard Gere e Diane Lane) se le può
immaginare. Ci sono le scenografie a colori pastello, i dialoghi zuccherosi, la
banalità dei sentimenti, la rimarcata superiorità degli "occidentali" sui popoli asiatici. Sotto sotto, però, nonostante la pochezza dell’intreccio,
la storia funziona. Celebre la colonna sonora scritta da Webster e da Sammy
Fain, poi ripresa da Sinatra e Nat King Cole.
L’amico di famiglia
di
Paolo Sorrentino
con Giacomo Rizzo, Fabrizio Bentivoglio, Laura Chiatti
Grottesco, 110 min., Italia, 2006
**
Terzo lungometraggio di P. Sorrentino che
funge da preludio alle opere successive. C’è la maestria tecnica che sarà del Divo, lo scollamento tra scene della Grande bellezza, i dialoghi per frasi fatte
di This Must Be the Place. Ne risulta
un film a tratti eccessivo a tratti minimale perciò sempre troppo
poco armonico ed omogeneo.
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