Somewhere
di Sofia Coppola con Stephen Dorff e Elle Fanning
***
La quarta opera di Sofia Coppola non è un capolavoro, avendo due pregi e almeno un difetto. I punti a favore del film sono: il tema affrontato e la tecnica registica. Nel primo caso bisogna ammettere che si deve avere coraggio e bravura per riuscire a raccontare efficacemente la vita di una star del cinema. Coraggio perché il tema narrato è amletico (chi è un attore se non i personaggi che ha interpretato? A fronte di questo, è ancora possibile per lui essere sé stesso?). Bravura perché la Coppola ci riesce, ma con riserva. È a questo punto che subentra il difetto, ovvero il modo in cui tratta il tema. Perché ricorre ad artifici retorici visti e rivisti come l’addio strappalacrime tra il protagonista e la figlia, la telefonata del protagonista alla ex moglie o compagna con ostentata crisi d’identità e cliché vari ed eventuali? I dubbi vengono però bilanciati dalla tecnica registica, asciutta e intrigante. Alla regista infatti non manca il dono della sintesi (già ampiamente dimostrato con Lost in Translation). Una sintesi capace di aggiungere, e non di togliere, funzionale ad una efficace narrazione della quotidianità e dei suoi paradossi. Si potrebbe dunque accostare il suo stile registico a quello letterario di Moravia. Ma stiamo ancora aspettando l’opera della maturità, quella senza difetti.
Da evitare
I mercenari (The Expendables)
di Sylvester Stallone con Sylvester Stallone, Jason Statham, Jet Li
*1/2
*1/2
Americanata. Ovvero muscoli, macchine truccate, Harley Davidson, sparatorie e machismo (talmente ostentato da dare adito a dubbi sull’eterosessualità dei personaggi). Per tutte queste virtù, tra poco lo vedremo riproposto allo sfinimento sulle reti Mediaset (Italia1?). La faccia di Stallone è già passata alla storia. È talmente rifatta che sembra quella di una bambola di porcellana (ma con il labbro storto). Ha anche gli zigomi rossi!
P.s. Per la rubrica “Un tuffo nel passato”: i fondali, nelle scene di volo e nei viaggi in macchina, sono giustapposti; le esplosioni finte.
P.s. Per la rubrica “Un tuffo nel passato”: i fondali, nelle scene di volo e nei viaggi in macchina, sono giustapposti; le esplosioni finte.
2 commenti:
somewhere per me è un film che vive anche dopo la sua visione, o almeno a me è rimasto incollato addosso, anche se mentre lo si guarda si ha un po' l'impressione che sofia stia facendo un esercizio di stile
stephen dorff ed elle fanning poi sono meravigliosi
per me comunque il capolavoro la coppola l'ha già fatto all'esordio con il mio super cult il giardino delle vergini suicide
i mercenari nel suo genere non mi è sembrato malaccio. certo, il suo genere è appunto quello dell'americanata totale :)
A me è rimasto "incollato addosso" "Lost in Translation", abbastanza maturo sotto più punti di vista. "Il giardino delle vergini suicide" l'ho trovato ridondante e per questo un po' acerbetto. Sì, interessante, ma a tratti scivola nella retorica sentimentale ed adolescenziale.
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