Bed Time
di Jaume Balaguerò
con Luis Tosar, Marta Etura, Alberto San Juan
Thriller, 102 min., Spagna, 2011
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L’ultima opera di Balaguerò, regista che avevamo apprezzato per il bel Rec (con Paco Plaza, 2007), è un thriller di pochi attori e pochissimi spazi. Tutto si svolge nell’appartamento e nell’ingresso di un condominio spagnolo (proprio come in Rec), e le poche eccezioni servono per farci capire chi è veramente il nostro protagonista. César (interpretato dal bravo Luis Tosar) è una persona apparentemente buona e servizievole. Apparentemente, perché nasconde il desiderio di far sparire per sempre il sorriso dalla faccia di coloro che sorridono alla vita. Ogni mezzo è lecito, e così il nostro si accanisce su una giovane e bella donna, narcotizzandola di notte per approfittarsi di lei e riempiendole la casa di scarafaggi, in una escalation che neanche il finale può arrestare. Peccato, perché al film manca l’elemento novità: The Resident (Antti Jokinen, 2011), con Hilary Swank, mette in scena in anticipo praticamente le stesse cose.
Chernobyl Diaries – La mutazione
di Bradley Parker
con Ingrid Bolso Berdal, Dimitri Diatchenko, Olivia Dudley, Devin Kellev
Horror, 86 min., Usa, 2012
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Horror classico che ha un pregio: essere ambientato a Chernobyl riuscendo a sfruttarne le potenzialità. Operazione coraggiosa e devo dire riuscita. Perché? Perché i ragazzi che vi si avventurano (in perfetto stile Hostel) non sono solo minacciati da quello che il disastro nucleare ha modificato (persone e animali) ma anche dalle radiazioni che sprigiona la terra. Risultato: bisogna fuggire il prima possibile per non morire tra le più atroci sofferenze. Chi ci riuscirà? I cultori dell’horror conoscono già la risposta.
Da evitare
Quella casa nel bosco
di Drew Goddard
con Richard Jenkins, Bradley Whitford, Jesse Williams
Horror, 95 min., Usa, 2011
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Dirò una cosa che mi renderà impopolare. Questo è uno dei film horror più brutti che abbia mai visto. Non c'è tensione, non c'è ironia, non c'è innovazione. Non solo. Ho anche dovuto subire un finale a dir poco disastroso: i principali mostri della storia dell’horror racchiusi in un meccanismo stile The Cube (Vincenzo Natali, 1997), una carneficina sconclusionata negli studi che hanno architettato una sorta di La casa (Sam Raimi, 1981) in modalità The Truman Show (Peter Weir, 1998) e gli unici due sopravvissuti che scoprono in una cripta chiamata “Il Tempio” che il motivo per cui vengono sacrificati cinque giovani (la puttana, l'atleta, il buffone, la vergine e lo studioso) è, udite udite, l’esigenza di placare degli esseri chiamati “Antichi” che vivono sotto la struttura e sono conservati in un sonno perpetuo. Qualcuno si sarà divertito a riconoscere tutti i tributi filmici. Per me, in questo caso, è solo un’operazione inutile e commerciale nonché un insulto all’intelligenza dello spettatore.
4 commenti:
Gli altri due non li ho visti, ma Quella casa nel bosco è un capolavoro di intelligenza ed ironia che consiglio spassionatamente!!
Non mi voglio trincerare dietro uno scontato "de gustibus...". Anzi, difendo quello che ho scritto. Potrei rivedere il giudizio solo se avessi sbagliato a considerare il film come horror in luogo di commedia. Forse una risata me l'avrebbe anche strappata.
Anche come commedia Quella casa nel bosco è imbarazzante. Peccato, perchè l'idea di riunire in un unico film tutti i mostri/demoni/assassini della cinematografia ha il suo fascino.
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