Registi di Parma – Intervista a Matteo Macaluso
La
regia, la fotografia, il montaggio, sono tutte fasi che Macaluso conosce e
padroneggia perfettamente. Basti guardare Al
crepuscolo o Tears, opere che
lasciano a bocca aperta per la loro assoluta qualità. Non stupisce allora che
dalle sue risposte si evinca un profondo rispetto per la settima arte. Una
sorta di “religiosa” venerazione che affonda le sue radici nell’infanzia e che si
alimenta giorno dopo giorno con ogni suo lavoro.
Riferimenti
culturali
1) Da dove nasce il
tuo amore per il cinema?
È una passione che mi accompagna fin da
ragazzo. Ho sempre avuto un sorta di attenzione particolare e appagamento dalla
narrazione per immagini, partendo dai cartoni animati fino ad arrivare al cinema.
Credo che parte di questo amore mi sia stato trasmesso da mio padre. Ricordo
che portò a casa uno dei primi videoregistratori. Vedevo i film entrare in casa
in quelle particolari custodie di plastica, e mi innamoravo delle locandine.
Uno dei primi film che vidi fu Terminator
di James Cameron. E, in particolare, la potenza dell’immagine stampata sul
manifesto mi è rimasta tutt’ora impressa.
2) Quali
sono i tuoi registi di riferimento?
Ho vissuto in modo
molto forte gli anni Ottanta. In quel periodo ero un bambino e al cinema vidi
molti dei film della nuova Hollywood che con il tempo sono diventati dei
classici. Quello fu il mio imprinting
cinematografico. Solo dopo, in tempi più recenti, sono entrato in contatto con
il cinema italiano e quello d’autore. Ma molto del mio immaginario lo devo ai
registi che animarono quel mio primo periodo: da Steven Spielberg a Robert
Zemeckis, passando per Brian De Palma, Martin Scorsese e Francis Ford Coppola.
3) Quali
film annoveri tra i capolavori?
In prevalenza la
cinematografia americana degli anni Ottanta e Novanta. Mi reputo un grande
amante del cinema di genere, cosa che sento mancare molto nel cinema italiano di
oggi, anche se qualche giovane autore sta tornando ad esplorarlo. Non sarei in
grado di fare una classifica. Ne cito solo alcuni: E.T., Incontri ravvicinati
del terzo tipo, Lo squalo, Ritorno al Futuro, Shining, Blade Runner. Mi
fermo, perché rischia di diventare una lista infinita.
4) Quali
sono i film che riguarderesti all’infinito?
Praticamente quelli
che ho appena citato.
5) Quali
sono i gruppi e/o cantanti che ascolti abitualmente?
Ascolto un po’ di
tutto, senza pregiudizi. Da ragazzo divoravo molte colonne sonore, che ascolto
tuttora.
6) Quali
sono i libri e gli autori letterari che ami?
Come per il cinema, il
genere ha un posto privilegiato anche in letteratura. Ricordo di aver amato
tutta la serie di Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle e tutta la letteratura
horror dei primi del Novecento, in particolar modo Poe e Lovecraft.
Per quel che riguarda
gli autori contemporanei ho un debole per Stephen King, che credo abbia
contribuito a plasmare gran parte dell’immaginario cinematografico horror contemporaneo. Si pensi ai
vampiri, inseriti in un contesto sociale moderno. Prima di Le Notti di Salem una visione cosi non esisteva.
Processo
creativo
7) Da quali
idee/influenze nascono i tuoi lavori?
Non c’è una regola. A
volte è un personaggio a farti venire in mente una storia, a volte è un luogo,
altre volte alcuni fatti visti o letti. In generale penso sia il frutto
inconscio di un’elaborazione di tutto ciò che mi ha formato a livello
letterario e immaginifico, compreso il cinema.
8) Quando
trovi il tempo per scrivere il soggetto e la sceneggiatura?
Una volta lo facevo
nei ritagli di tempo, la notte soprattutto. Ora mi occupo totalmente di produzione
video e allora, per fortuna, ho più tempo da dedicare alla scrittura.
9) Cortometraggio
o lungometraggio? Perché?
A mio modo di vedere
non esiste una forma migliore dell’altra. Se hai in mente una storia devi
trovare il modo più efficace di raccontarla, nella forma che più le è
congeniale.
Io tendo a preferire
la via che mi permette di avere un risultato credibile. In questo senso ritengo
che abbia molto più senso lavorare ad un prodotto di 5 minuti fatto molto bene piuttosto
che ad un’opera di oltre un’ora che però non ha le qualità per reggersi in
piedi da sola.
Trovo che il corto
sia una palestra utile per chi deve imparare a sviluppare e sperimentare il
linguaggio per immagini e i vari registri narrativi. Al momento non ho ancora
diretto un lungo, anche se ho preso parte alla produzione di film di alcuni
amici registi. Ho scritto alcune storie per un lungo ma non si sono mai create le
condizioni per produrre un lavoro che avrei ritenuto soddisfacente. Gran parte
del lavoro, ancora prima di andare sul set, è capire se si creeranno le
circostanze per realizzarlo.
10) Le
scene sono frutto di immaginazione o attingi da racconti ed esperienze di vita?
Nascono da un mix di
entrambi.
11) I
personaggi sono ispirati a persone reali?
Anche in questo caso
l’abilità sta nell’integrare il reale nel fantastico e viceversa. Il cinema
credo abbia ancora bisogno di fiction. E per fiction non intendo qualcosa di
poco credibile. Intendo che occorre una predisposizione ad inventarsi
personaggi o situazioni che non siano solo “metto-una-camera-e-giro-quello-che-è-la-realtà-nuda-e-cruda”,
altrimenti ci si ritrova in una dimensione che è più vicina a quella del
documentario.
12) Sei
incline a pensare ad ambientazioni e personaggi in un contesto comico, drammatico o fantascientifico?
Dipende dalla storia.
Tuttavia nella mia filmografia sono maggiormente presenti situazioni
drammatiche o fantastiche.
13) Cosa
cerchi di comunicare? A chi?
Tendo a privilegiare l’emotività.
In genere, in base alla storia che sto raccontando, riesco ad individuare su
quale emozione mi sta portando il progetto e lavoro su quello. Credo che questo
mi permetta di entrare in contatto con quella parte di pubblico più vicina a quel
tipo di sensazione e alla mia sensibilità.
Processo
realizzativo
14) Come
scegli gli attori?
Molto spesso considero
la fisicità che ritengo essere adatta al ruolo. Molti dei miei primi lavori –
ma questo capita anche adesso – si sono avvalsi della collaborazione di amici,
anche attori non professionisti, amanti di cinema.
15) In
base a cosa scegli le location?
Le scelgo in base al
tipo di storia da raccontare e all’atmosfera che ritengo adatta alla narrazione
di certi momenti.
16) Preferisci
girare in interni o in esterni?
Dipende dalla
location. Tendo a preferire la qualità, senza alcun tipo di preferenza. Certo,
è vero che in interno si possono controllare più situazioni a livello tecnico
di quanto non succeda in esterno. In interno però è molto più complicato
trovare una location all’altezza, a meno che non si abbia in squadra un buon
location manager o un buon scenografo.
17) Che
macchina da presa utilizzi? Qual è il suo maggior pregio?
Ho potuto lavorare
con macchine diverse, sia in occasione di miei progetti che di altri. Nei miei
progetti ho iniziato utilizzando le mitiche mini-dv con una Panasonic DVX-100, poi sono passato ad
una Canon 7D ed ora uso Blackmagic.
18) Qual
è il tuo movimento di macchina preferito? Quale usi più spesso?
Mi piacciono le carrellate e, quando posso, tendo ad utilizzarle.
Ma a queste abbino ovviamente anche tutti gli altri movimenti di macchina.
19) Com’è
organizzata una tua giornata di riprese?
Nelle giornate
intense si parte presto il mattino e si finisce tardi la sera, con poca pausa.
Purtroppo molti dei progetti realizzati sono produzioni indipendenti in cui non
si ha molto tempo e allora bisogna ottimizzare ogni aspetto.
20) La
sceneggiatura cambia in corso d’opera?
La struttura del
racconto no, ma è possibile che qualche dialogo venga limato se diventa una
necessità dell’attore.
21) Lasci
i tuoi attori liberi di improvvisare?
Lascio loro il modo
migliore di esprimere un concetto purché ne mantengano il senso narrativo e il
ritmo.
22) Quali
indicazioni dai più spesso ai tuoi attori?
Consiglio di cercare
di essere più naturali possibili senza esagerare nell’interpretazione. Ogni
tanto suggerisco anche scene di film da vedere se in esse vi è un indicazione
di ritmo o un particolare atteggiamento.
23) Hai
dei collaboratori?
Ne ho, ne ho avuti e spero
sempre di averne in futuro. Il cinema è lavoro
di gruppo e di confronto.
Alcuni tra i più
storici collaboratori hanno seguito la postproduzione o la produzione dei miei
progetti. Tra di essi voglio menzionare Matteo Di Simone (sound designer),
Piernicola Di Muro (compositore), Saverio Settembrino (compositore), Gianluca
Palma (fotografia), Gianluca Ceresoli (fotografia), Francesco Capone (vfx),
Roberto Manfredi (fotografia). E altri amici che hanno accompagnato le mie
produzioni: Matteo Biacca, Massimiliano Niero, Maurizio Notari, Carlo Rizzelli,
Federica Pini, Angelica Mila e Raffaele Salvaggiola, con il quale sto
condividendo tutti i miei attuali progetti.
I collaboratori più
importanti sono quelli che, nonostante tu abbia con loro un rapporto di
amicizia, hanno il coraggio di dirti se un lavoro che hai fatto e magari li
vede coinvolti ha qualcosa di brutto o che può essere sistemato. Se si vuole migliorare
occorre affrontare la realtà e anche guardarsi molto attorno, per avere un sano
confronto.
24) Quanto
è importante la musica nei tuoi film? Dove preferisci utilizzarla?
Quando serve, molto.
La musica è un elemento narrativo
del film e usata sapientemente diventa un utile mezzo espressivo per creare un’emotività
o una suggestione. Ma non bisogna abusarne. Diciamo che la musica non deve
diventare un riempitivo per mascherare una povertà insita nella scena. Trova un
suo senso quando vi è dietro un’indicazione registica.
25) Quanto
ritieni sia importante il montaggio?
Il montaggio è fondamentale. È una riscrittura del
film. Spesso si evita di apportare correzioni poco rilevanti su una
sceneggiatura se si sa che poi si può intervenire al montaggio. Grazie al
montaggio un film può prendere una forma diversa rispetto a quella prevista in
sceneggiatura.
Il
prodotto finito
26) Quali
canali sfrutti per diffondere le tue opere?
Al momento sempre e
solo festival e web.
27) Pensi
subito di partecipare a qualche concorso o la decisone dipende soprattutto dal risultato finale?
Se un’opera ti sembra
realizzata bene credo che la partecipazione ad un festival possa servire a farla
entrare in contatto con un pubblico che non sia composto solo da coloro che vi
hanno lavorato. È utile per permettere all’opera di essere al centro di un
confronto.
28) Hai
vinto qualche premio/riconoscimento? Con quali opere?
Ho avuto
riconoscimenti con alcuni dei miei cortometraggi. Vercinge, Al Crepuscolo, Tears, Mio Padre, Stateless sono
tutte opere che hanno ricevuto riconoscimenti in territorio nazionale. Alcune
di queste sono anche state selezionate per manifestazioni internazionali.
29) Sei
soddisfatto dei tuoi lavori? Quale ti rappresenta maggiormente?
Riguardi le tue opere
e ogni volta le rivaluti alla luce del presente. Sono felice di tutti i lavori
fatti però si cresce, si cambia il punto di vista e il modo di vedere e valutare le cose. Oggi rivedo alcune mie
opere e penso che se le dovessi rigirare lo farei in modo differente. Ma ogni
cosa deve essere vissuta nel suo tempo.
30) Progetti
futuri?
Sto lavorando ad un
cortometraggio per una scuola che vedrà la luce ai primi di maggio e presto uscirà
il primo episodio di una serie web di genere, un thriller fantapolitico.
Filmografia
- - Stateless, 2005 (cortometraggio)
- - Vercinge, 2009 (cortometraggio)
- - Al Crepuscolo, 2011 (cortometraggio)
- - Tears, 2012 (cortometraggio)
- - Mio padre, 2017 (cortometraggio)
- - Rifugio, 2018 (cortometraggio)
- - Altromondo, 2018 (serie web)
- - La passeggiata dello
scettico, 2005 (cortometraggio) - sceneggiatura,
produzione
- - 1/2, 2016 (lungometraggio)
- assistente fotografia
- - Un'altra via, 2017 (cortometraggio) - assistente
fotografia
Biografia
Matteo Macaluso nasce a Parma nel
1979. Fin da ragazzo è appassionato di cinema e arti visive. Nel 2001 frequenta
e si diploma all'Accademia d'Arte Drammatica dell'Antoniano e si cimenta per la
prima volta nella regia. Frequenta un seminario tenuto dalla regista
internazionale Jane Campion. Dirige il suo primo cortometraggio nel 2004.
Continua dirigendo e collaborando alla realizzazione di videoclip e opere di narrativa.
Al Crepuscolo / AT DUSK (Official International Trailer, 2011) from Matteo Macaluso on Vimeo.
TEARS / Prologue - Ep.0 from Matteo Macaluso on Vimeo.
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