Registi di Parma –
Intervista a Francesco Campanini
Francesco Campanini è un professionista del
settore. Nato a Parma, attualmente vive a Roma e partecipa come regista e
produttore esecutivo a vari progetti cinematografici. Esordisce alla regia
esattamente dieci anni fa e nei suoi lungometraggi ha indagato i territori del
thriller, dell’horror e del noir. Attualmente sta lavorando ad un documentario,
ma l’obiettivo è la realizzazione di un film di fantascienza basato su una sua
sceneggiatura.
Riferimenti culturali
1) Da dove nasce il
tuo amore per il cinema?
È nato molti anni fa,
quando ero ancora piccolo e i miei genitori mi hanno portato al cinema per la
prima volta a vedere un classico Disney. Sono rimasto folgorato e da li è nata
una grande passione. Poi c’è stata l’influenza
degli anni ottanta dei registi americani. Mi ricordo che passavo tante ore
a guardare i film in compagnia di amici, ne parlavamo tutti i giorni e
cercavamo d’imitare gli attori e di rifare le scene.
2) Quali sono i tuoi
registi di riferimento?
Adoro i film di Steven Spielberg, Martin Scorsere, Stanley Kubrick,
George Lucas, Christopher Nolan, Billy Wilder, John Ford, Woody Allen, Ridley
Scott, Michael Mann, Jean-Pierre Melville.
3) Quali film
annoveri tra i capolavori?
Via col vento, Viale
del Tramonto, Fronte del porto, Shining, Schindler’s List, A qualcuno piace
caldo, Provaci ancora Sam, Biancaneve e i 7 nani, La Rosa di Bagdad, Ombre rosse, Sonatine, Gli spietati, Ben-Hur, Tutti insieme appassionatamente,
Un uomo da marciapiede, La stangata, Il cacciatore, Novecento,
Il conformista, Balla coi lupi, Il silenzio
degli innocenti, 2001: Odissea nello spazio,
Aliens - Scontro finale, Gioventù bruciata.
4) Quali sono i film
che riguarderesti all’infinito?
Una buona parte di
quelli che ho elencato sopra.
5) Quali sono i
gruppi e/o cantanti che ascolti abitualmente?
Soprattutto i Beatles
e gli Oasis. Altri sono Depeche Mode, U2, The Rolling Stone, Bjork,
Radiohead, Prodigy, The Verve, AC/DC, David Bowie.
Gli italiani che
ascolto di più sono Carmen Consoli, Tiromancino, Samuele Bersani, Caparezza,
Elisa, Eros Ramazzotti, Luigi Tenco, Franco Battiato e Lucio Battisti.
6) Quali sono i libri
e gli autori letterari che ami?
I libri che mi fanno
sognare subito, come i grandi classici della letteratura mondiale. Ho bisogno
di tuffarmi in grandi avventure, di trovare il coraggio di spingermi oltre il
limite per inseguire sogni e ideali. Per questo cito Guerra e pace, Il nome della rosa,
I miserabili, La Divina Commedia (Inferno), I racconti di E.A.Poe, l'Origine delle specie, Viaggio di un naturalista intorno al Mondo,
Delitto e castigo. E poi alcuni
classici come: Dalla terra alla luna,
20.000 leghe sotti i mari, Il giro del mondo in 80 giorni, Io Robot, Le avventure di Lucky Starr, La
macchina del tempo, L’uomo invisibile
e La guerra dei mondi.
Processo creativo
7) Da quali
idee/influenze nascono i tuoi lavori?
Mi piace lavorare a
progetti di film di genere noir/poliziesco
e thriller/horror, ma il mio vero
sogno è poter realizzare un film di fantascienza.
8) Quando trovi il
tempo per scrivere il soggetto e la sceneggiatura?
Il tempo per scrivere
è sempre poco, perché bisogna fare i conti con gli impegni della vita
quotidiana. Ogni tanto riesco ad estraniarmi per alcuni brevi periodi durante
la settimana, dicendo di no a tutto quello che mi potrebbe distrarre. Oltre al
tempo che dedico alla scrittura quando sono a casa, ci sono tre posti in cui
cerco di andare il più spesso possibile per abbandonarmi completamente ai miei
pensieri. A Parma mi piace passeggiare nel Parco
Ducale, mentre quando sono a Roma mi piace molto camminare sull’Appia
Antica. Ma soprattutto mi siedo su una panchina sul Palatino (dentro ai Fori
Imperiali) a prendere appunti e ad immaginarmi la storia. Proprio su quella
panchina è nata l’idea per il film di fantascienza.
9) Cortometraggio o
lungometraggio? Perché?
Lungometraggio. È il miglior modo per raccontare una storia
e far uscire tutto il background dei personaggi. Esistono anche dei
cortometraggi ben fatti, ma il film è Cinema con la C maiuscola. Quando lo progetti
devi pensare a tanti aspetti che per molti versi sono simili al corto (come la
preparazione della giornata di riprese, il set, ecc.) però hai più tempo per
lavorare con gli attori e puoi dargli più spazio per fargli conoscere meglio il
loro personaggio.
10) Le scene sono
frutto di immaginazione o attingi da racconti ed esperienze di vita?
Alcune cose sono
frutto di fantasia per andare a completare degli aspetti secondari della storia
o dei personaggi. Il resto è preso un po’ da quello che ho vissuto, da racconti
di altre persone e soprattutto da quello che ho letto nei romanzi o visto nei
film che mi piacciono.
11) I personaggi sono
ispirati a persone reali?
Sì, assolutamente.
12) Sei incline a
pensare ad ambientazioni e personaggi in un contesto comico, drammatico o
fantascientifico?
Il progetto di
fantascienza a cui sto lavorando ha anche caratteristiche drammatiche.
13) Cosa cerchi di
comunicare? A chi?
Con il mio nuovo
progetto di fantascienza vorrei esprimere ad un pubblico più ampio possibile
quali sono i reali problemi a cui stiamo andando incontro a livello globale,
sottolineando che se staremo ancora a guardare diventeranno sempre più grandi e
incontrollabili.
Processo realizzativo
14) Come scegli gli
attori?
Guardo molte foto e i
book delle agenzie di casting, poi ne scelgo una parte e valuto il provino. Gli
attori devono avere la capacità di entrare
nel personaggio e trasformarsi in esso il più possibile.
15) In base a cosa
scegli le location?
La location deve
essere bella visivamente e curata,
perché deve dare allo spettatore la sensazione di esserci dentro assieme agli
attori. Ogni location deve però ricreare l’atmosfera giusta per il tipo di
storia che si sta raccontando. Non ci sono location “di passaggio” perché tutto
rimane impresso e se si cominciano a vedere difetti o povertà di scenografia,
chi guarda si distrae e perde interesse.
16) Preferisci girare
in interni o in esterni?
Per le storie che ho
in mente attribuisco la stessa
importanza sia agli interni che agli esterni.
Mi piace girare in
esterno perché posso avere accesso a posti che mi piacciono molto e a cui talvolta
il pubblico non ha accesso.
In interno apprezzo
la comodità di essere in un ambiente totalmente a mia disposizione a qualunque
orario e con la possibilità di modificare la scenografia anche un attimo prima di
girare.
17) Che macchina da
presa utilizzi? Qual è il suo maggior pregio?
Quando ho fatto il
primo film non c’erano tutte le macchine da presa di oggi e per noleggiare
quelle più professionali ci voleva un budget abbastanza alto. In questi anni ho
vissuto la trasformazione per rendere le videocamere sempre più maneggevoli. Lo
stesso ha riguardato l’attrezzatura.
Per quello che mi
riguarda deve esserci un tempo di
preparazione e assemblaggio relativamente breve e una certa comodità di
utilizzo. Una componente importante, oltre alla buona qualità della macchina in
sé, dev’essere nelle ottiche. Non devi per forza utilizzare un Red 8k se poi
registri nel formato più piccolo per non consumare i giga della scheda, degli
hard disk e poi non fai un color correction adeguata. Bisogna saper scegliere
il giusto formato sia per la ripresa sia per la post-produzione.
18) Qual è il tuo
movimento di macchina preferito? Quale usi più spesso?
Dipende dalla
situazione e cerco sempre di muovere la macchina da presa nel modo più consono ad
ogni scena. La macchina a mano è
comunque quella che preferisco in assoluto, ma non può andare bene per tutte le
inquadrature. Amo le inquadrature molto
larghe (come quelle in Balla coi lupi)
in cui vedi insieme attori e panorami mozzafiato. Un’altra comodità di oggi è
che non hai più bisogno dell’elicottero. Col drone riesci a fare bellissime inquadrature
dall’alto.
19) Com’è organizzata
una tua giornata di riprese?
Tutto è scandito da
un piano di lavorazione e da un direttore di produzione che coordina e
organizza la giornata lavorativa. Si parte al mattino presto e si finisce la
sera tardi. Le giornate sono impegnative ma sono esperienze indimenticabili.
Possono capitare degli imprevisti, come la pioggia quando giri in esterno e
devi avere i “cover set” per non stare fermo e buttare la giornata.
20) La sceneggiatura
cambia in corso d’opera?
Mi piace pensare alla
sceneggiatura finale come alla miglior
versione scritta per quello che si vuole raccontare e allo stesso tempo
avere ancora un margine di miglioramento che può arrivare in corso d’opera.
21) Lasci i tuoi
attori liberi di improvvisare?
Solo per poche
battute, perché anche una piccola variazione potrebbe variare il senso
narrativo e non collegarsi perfettamente col resto della storia. Alcune volte però
le improvvisazioni hanno migliorato la
scena grazie alla bravura e all’esperienza degli attori.
22) Quali indicazioni
dai più spesso ai tuoi attori?
Cerco di dargli più indicazioni possibili per farli
diventare in modo naturale il loro personaggio. Durante le prove analizziamo
tutti gli aspetti e poi proviamo le battute cercando di ricreare l’atmosfera
della scena. Le prime volte li lascio liberi d’interpretare a loro modo e poi
comunico il mio punto di vista e si continua a lavorare fino a che non si
raggiunge l’obbiettivo.
23) Hai dei
collaboratori?
Sì. Con Luca Magri (attore e regista) abbiamo
lavorato ai due film Il solitario e La casa nel vento dei morti. Ci
conosciamo dai tempi della scuola e abbiamo sempre cercato di andare in questa
direzione, cercando persone che potessero aiutarci a realizzare un
lungometraggio. Questi due progetti li abbiamo pensati e creati con tanta
passione e determinazione. Altre due figure importanti che ho conosciuto
durante la lavorazione al secondo film sono stati Antonio Amoretti e Pietro
Corradi che hanno successivamente prodotto il film Il vincente, esordio alla regia di Luca Magri.
24) Quanto è
importante la musica nei tuoi film? Dove preferisci utilizzarla?
La musica è molto
importante e deve essere dosata nel modo giusto. Mi piace quando c’è il giusto
equilibrio e la musica ti trascina e sottolinea la scena per poi sparire e
ritornare. Mi attrae molto anche in quei momenti che sottolineano sentimenti
forti di passione, di drammaticità, di tensione.
25) Quanto ritieni
sia importante il montaggio?
È molto importante e
a volte una buona idea in questa fase aumenta la forza di una scena. Non è
tutto però, anche perché il grosso del lavoro lo hai fatto prima. Certo, ti può
dare qualcosa in più. Potrei definire il montaggio come “l’ora della verità”, ovvero
quella fase in cui ti rendi conto del lavoro che hai fatto, se lo hai fatto
bene, se manca qualcosa, o se ti stai avvicinando alla fine del lavoro.
Il prodotto finito
26) Quali canali
sfrutti per diffondere le tue opere?
Il primo film Il solitario è stato distribuito al
cinema tramite gli indipendenti regionali ed è uscito in alcune delle
principali città italiane. In TV è distribuito da RaiCinema, e in HomeVideo da
CG Entertainment.
Il secondo film La casa nel vento dei morti è stato
distribuito al cinema tramite il circuito The Space Cinema, in TV da RaiCinema,
in HomeVideo da Dynit e per lo streaming da iTunes e Amazon.
27) Pensi subito di
partecipare a qualche concorso o la decisone dipende soprattutto dal risultato
finale?
Non ci penso subito
ma credo che sia un buon mezzo per far conoscere la propria opera e un
ulteriore riconoscimento al lavoro fatto.
28) Hai vinto
qualche premio/riconoscimento? Con quali opere?
IL
SOLITARIO
(Lungometraggio)
- Evento speciale
al "Noir in Festival di Courmayeur" (IT) 2008
•
Selezione
ufficiale "Accadde Domani-Nuovo Cinema Italiano" (IT) 2009
•
Luca
Magri vincitore "Miglior attore protagonista" al "Mantova Film
Fest" (IT) 2009
•
Francesco
Campanini vincitore "World Cinema Best Director" al "Phoenix
Film Festival" (USA) 2010
•
Vincitore
del "Silver Remi Award" al "WorldFest-Houston" (USA) 2010
• Selezione ufficiale "B-movies, Underground & Trash Film
Festival" (NL) 2010
LA CASA
NEL VENTO DEI MORTI
(Lungometraggio)
- Nel 2013 vince il Gold
Remi
al Worldfest
- Houston Independent Film Festival
- Selezione ufficiale al "B-movies,
Underground & Trash Film Festival" di Breda (NL) 2012
- Selezione ufficiale al "ToHORROR Film
Fest" di Torino (IT) 2012
- Selezione ufficiale al "Horror Project
Film Festival" di Roma (IT) 2012
GIUSEPPE
VERDI E LA GLORIA - IL MONUMENTO DEL CENTENARIO (Documentario)
- Selezione ufficiale al “Busseto Verdi
Festival” - 2015
- Selezione ufficiale al “Roma Cinema DOC” -
2016
- Selezione ufficiale al “Istanbul
International Architecture and Urban Films Festival” - 2016
29) Sei soddisfatto
dei tuoi lavori? Quale ti rappresenta maggiormente?
Sono abbastanza
soddisfatto, anche se c’è qualcosa che vorrei cambiare.
Il primo film però non
si scorda mai! Forse per il brivido lungo la schiena che correva ogni giorno di
ripresa (un po’ perché era la prima volta e non sapevo come sarebbe andata a
finire, un po’ per la felicità di fare quello che avevo sempre sognato), forse
per l’atmosfera che si era creata con tutto il cast e la troupe o forse
semplicemente perché ero pieno di emozioni positive e stavo concretizzando un
progetto complesso con gangster, inseguimenti, rapine, sangue e sparatorie.
30) Progetti futuri?
Sto preparando un
documentario che ricostruirà la storia della famiglia Farnese a Parma e del
Complesso della Pilotta dalle prime fasi di costruzione e ampliamento per
arrivare all’attuale aspetto odierno. L’altro progetto a cui sto lavorando,
come dicevo, è un film di fantascienza.
Filmografia
- - IL SOLITARIO (Lungometraggio),
2008
- - LA CASA NEL VENTO DEI
MORTI
(Lungometraggio), 2012
- - GIUSEPPE VERDI E LA
GLORIA - IL MONUMENTO DEL CENTENARIO (Documentario), 2015
http://www.campaninifilm.it (sito
ufficiale)
Biografia
Nato a Parma nel 1976, Francesco
Campanini ha esordito come regista e produttore con il lungometraggio Il solitario (2008), di cui ha anche
firmato il soggetto. Successivamente ha realizzato il secondo film La casa nel vento dei morti (2012),
l’episodio “Sei tu il colpevole!” del film P.O.E
3 – Pieces of Eldritch (2014) e il documentario Giuseppe Verdi e la Gloria - Il Monumento del Centenario (2015).
Come produttore esecutivo ha curato tre documentari di Francesco Barilli Poltrone Rosse - Parma e il Cinema
(2014), Il Regio nel paese del melodramma
(2015), I colori nascosti di Benedetto
detto Antelami (2017) e il film Il vincente
diretto da Luca Magri (2016).
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