Black
Mirror: Bandersnatch
di David Slade
con Fionn Whitehead, Will Poulter, Asim
Chaudhry
Fantascienza, Drammatico, 40-150 min., UK-USA, 2018
Wikipedia parla di
“film interattivo”. Significa che in più parti lo spettatore si trova davanti
ad un bivio e deve scegliere la strada su cui far proseguire la narrazione.
Nulla di nuovo per chi ha passato l’infanzia a macinare pagine e pagine di librigame.
In questo nuovo capitolo della serie, per la prima volta un lungometraggio, siamo
noi i registi-demiurghi di un “The Truman Show” che conduciamo secondo un
sistema ad opzioni binarie. Fino ad indurre Stefan, il protagonista, a compiere scelte
contro la sua volontà.
L’esperimento diventa ancor più interessante quando viene svelato il parallelismo tra Bandersnatch/film e Bandersnatch/videogioco: il progetto rivoluzionario a cui Stefan sta lavorando fino alla pazzia si fonda sullo stesso meccanismo su cui si basa l’esperienza di cui siamo protagonisti.
L’esperimento diventa ancor più interessante quando viene svelato il parallelismo tra Bandersnatch/film e Bandersnatch/videogioco: il progetto rivoluzionario a cui Stefan sta lavorando fino alla pazzia si fonda sullo stesso meccanismo su cui si basa l’esperienza di cui siamo protagonisti.
Le evoluzioni della trama, così come i tanti finali, non sono e non possono
essere infiniti e spesso ci si trova ad essere “riportati in carreggiata” anche
e soprattutto contro la nostra volontà. Se ci fermassimo a questo dovremmo
parlare di esperimento fallito. Invece, ancora una volta, Black Mirror ha tutto
sommato il merito di aver proposto qualcosa di coraggioso.
Voto: 2 ½ su 5
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