Registi di Parma – Intervista a Stefano Terenziani
Stefano
Terenziani è un’istituzione del cinema amatoriale di Parma e provincia.
Recentemente
lo abbiamo potuto vedere nel Segreto del
lago di Fabio “Zedd” Cavallo e 1/2
di Raffaele Salvaggiola, in cui si è distinto per le sue ottime prove attoriali.
Ma Terenziani è molto di più. È regista con all’attivo cortometraggi che hanno
ottenuto importanti riconoscimenti nonché punto di riferimento per i colleghi e
i giovani registi che stanno provando a muovere i primi passi nel mondo del
cinema. Ciò che lo connota è una passione smisurata (“non un’ossessione”, gli
piace precisare), una profonda conoscenza della storia del Cinema e soprattutto
tanta tanta esperienza.
Riferimenti
culturali
1. Da dove nasce il
tuo amore per il cinema?
Nasce
da bambino, guardando vecchi film Western in televisione. Mio padre conosceva
il nome di tutti gli attori, ma in particolare mi colpiva come potesse
ricordare i non protagonisti come Walter Brennan, Ward Bond, Thomas Mitchell o
Barry Fitzgerald. Per emulazione iniziai a ricordarli e, inevitabilmente, ad
amarli.
Da
quel momento è iniziata una specie di malattia, più di una passione e meno di
un’ossessione per fortuna. La mia casa di produzione, molto casalinga, in
realtà non esiste ma omaggia questa eredità paterna: “ACHITER VIDEO”, acronimo
del nome di mio padre ACHIlle TERenziani.
2. Quali sono i tuoi
registi di riferimento?
Dovrei
fare centinaia di nomi. Amo il cinema, lo studio, lo colleziono, lo pratico
perché la teoria da sola serve a poco se vai in cerca di una vera conoscenza.
Detto
questo, posso affermare che preferisco il cinema
di genere. Sono consapevole che sia un processo creativo ricchissimo di
contributi artistici. Adoro anche il cinema “d’autore”. Tuttavia sposo alla
lettera la frase che Frank Capra scrisse in apertura della sua biografia: “Non
ci sono regole nel fare Cinema. Solo peccati. E il peccato capitale è la noia.”
Preferisco Monicelli ad Antonioni, per essere chiari.
3. Quali film
annoveri tra i capolavori?
Anche
questo è un elenco che non riesco a fare. Se poi, oltre a quelli che lo sono
oggettivamente, valgono anche quelli che io personalmente ritengo “capolavori”,
allora diventerebbe una vera tela di Penelope. Ne scelgo tre: A qualcuno piace caldo; Il buono, il brutto, il cattivo; Totò, Peppino e la… malafemmina.
4. Quali sono i film
che riguarderesti all’infinito?
Sono
tantissimi. Sicuramente i tre che ho citato prima.
5. Quali sono i
gruppi e/o cantanti che ascolti abitualmente?
Ho
una playlist di canzoni che ascolto molto spesso. Sono i brani della classifica
di Billboard, i primi 100 per ogni anno, ma dal 1970 al 1979, senza distinzione
di genere.
Da
ragazzo ascoltavo tanto Talking Heads, Xtc, new wave in generale. Poi ho avuto
un trip bestiale per Paolo Conte, mentre ora quasi tutta la musica suonata dopo
gli anni 70 mi annoia. Poi ascolto tanta Motown e Van Morrison.
6. Quali sono i libri
e gli autori letterari che ami?
Amo
l’editoria cinematografica in generale,
la saggistica e le biografie, i volumi fotografici di grande formato. Li
preferisco alle analisi critiche sul lavoro degli autori, che sono scritte in
modo complicato. Ma è un mio limite. Libri/conversazione come quelli di Bogdanovich
con Orson Welles, di Cameron Crowe con Billy Wilder, di Michael Ondaatje con
Walter Murch, sono per me sono vere e proprie “esperienze orgamische”. Per non
ci citare la più conosciuta di Truffaut a Hitchcock.
Quando,
nel tempo che mi rimane, leggo la narrativa la mia attenzione va agli autori americani
come Elmore Leonard, James Ellroy, Joe Lansdale.
Durante la lavorazione di "Amor Sacro e Amor Profano" |
Processo
creativo
7. Da quali idee/influenze
nascono i tuoi lavori?
Trattandosi
di cortometraggi spesso basta un’intuizione o semplicemente la disponibilità di
una location particolare. Poi si parte anche con progetti impegnativi perché
semplicemente promettono tanto divertimento. Le influenze sono spesso le
amicizie, vecchie e nuove. Qualcuno ci mette un’idea e da lì le cose si
sviluppano. Una volta aiuti gli altri e l'altra sono loro che aiutano te.
8. Quando trovi il
tempo per scrivere il soggetto e la sceneggiatura?
Il
tempo lo si trova quando si muove qualcosa, dentro o fuori di te.
Sempre
Frank Capra diceva che “il cinema è una malattia”, ti viene una specie di febbre quando avverti che si può raccontare
una nuova storia e l’unico antidoto è andare avanti. Inizi allora a lavorarci
con tanto impegno, perché ti fa stare
bene farlo. Più la storia ti sembra buona e più trovi il tempo per scriverla.
9. Cortometraggio o
lungometraggio? Perché?
Cortometraggio perché è una
palestra necessaria per conoscere il mezzo e costa poco. Poi, se lo fai per hobby
e hai un cartellino da timbrare e una famiglia, tanto tempo non ne hai. Come ho
detto, per fortuna il cinema per me è meno di un’ossessione. Ho iniziato perché
avevo in mano una videocamera per riprendere mia figlia da bambina. Ora che è diventata
adulta forse giungerà il tempo dei lungometraggi. Sono arrivato a realizzare
audiovisivi di 40/50 minuti in passato e ho partecipato a quelli di amici che
hanno affrontato la “montagna” del lungometraggio. Ho visto di persona
l’impegno che richiede, anche economico, e non è poco.
10. Le scene sono
frutto di immaginazione o attingi da racconti ed esperienze di vita?
Generalmente
sono frutto di immaginazione.
11. I personaggi sono
ispirati a persone reali?
A
volte sì, ad esempio nella serie web Baretto,
creata da Carlo Rizzelli e Andrea Ferraguti, la stessa idea di base della serie
partiva dalla fauna particolare che abita certi bar di provincia.
Ed
il personaggio del cortometraggio Elvira,
che abbiamo realizzato successivamente, partiva proprio dalla voglia di fare
protagonista Elvira Balestrazzi che interpretava ruoli di contorno nella serie.
12. Sei incline a
pensare ad ambientazioni e personaggi in un contesto comico, drammatico o fantascientifico?
La
commedia è la mia palude, e io nuoto
come un alligatore in quella palude.
13. Cosa cerchi di
comunicare? A chi?
L’obbiettivo
è creare attenzione, divertimento, costruire un meccanismo che funzioni. Che significato posso avere e per chi non
è mai una domanda che mi pongo prima. Procedo in modo anche molto istintivo.
Poi, naturalmente, a lavoro finito puoi scoprire significati che neanche immaginavi
tra le pieghe di quello che racconti, di aver detto o non detto cose importanti
per qualcuno.
Sul set di "6 Could Be 9" |
Processo
realizzativo
14. Come scegli gli
attori?
Sto
attento alla loro “somiglianza” al
personaggio.
Attingere
poi al lavoro di attori professionisti capaci di interpretare qualsiasi ruolo ha
un costo (come è giusto che sia), quindi viva gli appassionati di recitazione e
gli amici con la personalità adatta alla parte.
15. In base a cosa
scegli le location?
Le
location hanno una funzione precisa per il servizio che possono dare al
racconto. Le scelte sono quindi dettate dalla storia stessa, contengono
l’atmosfera del film. A volte ti trovano loro, a volte le trovano gli amici, a
volte hai finito il film e lei stai ancora cercando.
16. Preferisci girare
in interni o in esterni?
È
indifferente in realtà. Ma il cinema è una fusione di conoscenze tecniche e
sensibilità artistiche che si devono combinare anche quando il livello è hobbistico.
In esterni la fonte d’illuminazione principale è una e tutti i santi aiutano. In
interni a volte con la mancanza di una figura professionale come il direttore
della fotografia la paghi cara. Come per l’aspetto audio del resto. Servono
materiali costosi e soprattutto chi li sa utilizzare.
17. Che macchina da
presa utilizzi? Qual è il suo maggior pregio?
Ho
iniziato con una palmare VHS per i primi corti. Poi tutta la trafila digitale:
HI8, MiniDv, HD, FullHD. Al 4K ancora non ci sono arrivato. Alcuni lavori
recenti sono realizzati con videocamera Prosumer Panasonic o con una reflex
Canon. Ma questa continua rincorsa all’ultima versione dell’alta definizione in
realtà complica solo le cose, si potrebbe raccontare una buona storia anche con
tre polaroid.
18. Qual è il tuo
movimento di macchina preferito? Quale usi più spesso?
Mi
chiedo prima se un particolare movimento serve e aggiunge veramente qualcosa
alla scena. Poi, se ho i mezzi per realizzarlo, procedo. Un amico prezioso,
Michele Coser, ha un piccolo carrello e un crane. Io ho acquistato un modesto
slider. Con questi muoviamo la camera. Però, ripeto, non ho un movimento di
macchina preferito.
19. Com’è organizzata
una tua giornata di riprese?
Per
prima cosa considero la disponibilità di chi dà una mano. Se paghi i
professionisti ti organizzi come vuoi a seconda del tuo budget, altrimenti
valgono altre regole.
Alla
fine i due sistemi non sono tanto diversi. Può cambiare il risultato
naturalmente, bello o brutto è sempre cinema, ma anche quando hai a disposizione
milioni di dollari il film non sarà mai come te lo eri immaginato all’inizio:
il risultato finale dipende da troppe personalità.
20. La sceneggiatura
cambia in corso d’opera?
Naturalmente,
per i motivi e le esigenze descritte sopra. Non sono cambiamenti radicali, se
possibile, ma restare aperti durante le riprese ad ogni tipo di suggerimento arricchisce
il film senza ombra di dubbio e ti permette di superare gli imprevisti che
inevitabilmente si presenteranno.
21. Lasci i tuoi
attori liberi di improvvisare?
Come
dicevo in precedenza non sono quasi mai professionisti quindi è necessario che
possano dare un contributo personale per essere credibili. Se fossero
professionisti sarebbero ancora più liberi di improvvisare sul set. Avendo gli strumenti
del mestiere porterebbero il personaggio ad un livello di realismo altissimo.
22. Quali indicazioni
dai più spesso ai tuoi attori?
Prima
di arrivare sul set cerco di fargli “vedere” come intendo il personaggio, come
si comporta, di che natura sono le sue emozioni, come reagisce agli eventi
della storia. Sul set cerco di metterli a loro agio il più possibile e aspetto
che la magia si manifesti.
23. Hai dei
collaboratori?
In
realtà questa domanda risponde anche alla seconda, relativa ai miei registi di
riferimento.
Quando
realizzo qualche progetto non penso ad un regista in particolare ma faccio
riferimento ad amici fondamentali senza i quali non avrei fatto e imparato
nulla in questi anni. Tra gli altri (la lista completa sarebbe davvero
lunghissima): Gian Luca Salsi, Salvatore Pelliccia e Paolo Rasori, poi Fabio
“Zedd” Cavallo, Marco Cavallo, Loris Lestini, Daniela Stecconi, Vittorio
Scotti, Marco Guareschi, Francesco Pinna Pignoli, Gian Maria Pacchiani, Primo
Giroldini, Filippo Chiesa, Paolo “Hyena” Lasagni, Ferdinando Anceschi, Johnny
La Rosa, Ivan Montanari, Alice Camattini, Pietro Anastasi, Marco Mezzadri,
Mario Paroli, Stefania Pioli, Luca Gorreri, Fausto Tinello, Paolo D’Errico,
Simone Ferrari, Matteo Macaluso, Maurizio Notari, Monica Rossi, Silvia Degani,
Roberto Gorreri, Raffaella Bernabè, Nico Carrato ,Paolo Croci, Michele Coser,
Anna Mazza, Angelica Milia, Raffaele Salvaggiola, Elvira Balestrazzi, Andrea
Ferraguti e Carlo Rizzelli con i quali ho realizzato le ultime cose e con
alcuni di questi collaboro da anni.
Ultime
ma non ultime mia moglie Alessandra Bosi e mia figlia Erica Yvonne Terenziani,
hanno collaborato a diversi progetti ed insieme a loro è partito tutto.
Per
collaborazione intendo che se cercano un attore o semplicemente una mano per
spostare uno stativo io rispondo presente e se invece a mia volta devo mettere
in piedi la produzione di un qualsivoglia progetto posso contare sul loro
appoggio. Questo significa Low Budget.
Tutti
hanno passione e sono autori, sceneggiatori, registi, operatori, attori e
attrici, musicisti, video maker. Con ognuno di loro, ed anche con altri che per
motivi di spazio non posso nominare e me ne scuso, ho passato momenti speciali.
24. Quanto è importante
la musica nei tuoi film? Dove preferisci utilizzarla?
È
molto importante. Inizialmente attingevo a musiche esistenti di vari autori,
più o meno celebri. Poi, grazie anche a fortunati incontri, ho iniziato
collaborazioni con musicisti (anche professionisti) che hanno realizzato musiche
originali sul mio montaggio. Montaggio che a volte ho addirittura modificato
per adeguarlo alle loro musiche. Avendo una forza emotiva enorme utilizzo la
musica solo quando serve veramente. Messa a sproposito non aiuta.
25. Quanto ritieni
sia importante il montaggio?
Importantissimo.
Può influire sul significato e l’efficacia stessa di una scena. Il montaggio è
l’unica forma di linguaggio veramente nuova e originale che il cinema ha
portato in dote. La scrittura, il teatro e la recitazione già esistevano, cosi
come la fotografia. Mettere le immagini in movimento non è stato così innovativo
come la sequenza con cui alternarle. Ed è sbalorditivo come da subito per il
pubblico sia stato normale seguire un racconto frammentato, quando nella realtà
tutto ci appare insieme e nello stesso momento davanti agli occhi. Il montaggio
poi è il momento nel quale vedi materializzarsi il lavoro. Nel bene e nel male
è fondamentale.
Con Carlo Rizzelli e Andrea Ferraguti sul set della webserie "Baretto" |
Il
prodotto finito
26. Quali canali
sfrutti per diffondere le tue opere?
Un
tempo solo i festival. Ora ci sono più festival che videomaker. Hanno perso il
loro senso. Solo pochi hanno un’attenzione onesta al lavoro degli autori. Si
può provare a partecipare a questi pochi e ai più importanti, che fondamentalmente
è come comprare un gratta e vinci.
Poi
si può mettere il video su YouTube o Vimeo.
Sarebbe
molto bello che sul territorio si iniziasse a proiettare regolarmente i
cortometraggi, e non solo, prodotti nella nostra Provincia. In una forma e uno
spazio da decidere, un cinema, una rassegna… ma senza selezioni da parte di
qualcuno, uno spazio per tutti indistintamente. Un incontro con un vero
pubblico fatto di carne e ossa e non di “like” sul web, aiuterebbe molto i
giovani autori nel trovare stimoli ad andare avanti. Sentire partecipare gli
spettatori fa crescere, fa capire e fa trovare collaborazioni di ogni tipo.
27. Pensi subito di
partecipare a qualche concorso o la decisione dipende soprattutto dal risultato
finale?
In
passato, agli inizi, un paio di corti li realizzai proprio per partecipare a
Festival che avevano una “sezione a tema”, tipo lo Sport o la Memoria. Era
interessante misurarsi con un tema predefinito, era come essere a scuola, ed in
effetti erano tentativi di mettere in pratica quanto da autodidatta avevo
imparato.
Ora
realizzo quello che mi piace, l’importante che ci sia una storia da raccontare.
Dove questa storia verrà raccontata è un problema da affrontare in seguito.
28. Hai vinto qualche
premio/riconoscimento? Con quali opere?
Sono
diversi, la maggior parte poco importanti, ma sono molto affezionato ai premi
vinti all’Euro Video Festival in un paio di occasioni. Quei corti non sono in
rete però.
Di
seguito tre corti a cui tengo molto, con i link dove vederli e alcuni premi
vinti:
- Crudo. Un film senza condimento, 2004, Commedia, 17
min., MiniDv
Realizzato con Fabio Zedd Cavallo
Premio della Critica "Alberto
Farassino" al “Festival di Bellaria”;
Anteprima del Cinema Italiano e Miglior Film
al “Festival del Cinema Trash di Torino”, premiato dai Manetti Bros.
- Amor Sacro e Amor Profano, 2005, Dramma Melò,
13 min., MiniDv
Primo Premio al “Grand Prix Sony",
Svizzera;
Premio Speciale della Giuria a “Fiati Corti
Istrana” (TV);
Miglior attrice alla protagonista Anna Mazza “ConCorto Piacenza”;
Oscarino alla miglior colonna sonora a “Lovere”
(BG).
- ELVIRA, 2014, Fiction, 20 min.,
FullHD
Premio Speciale della Giuria al “Terra di
Siena International Film Festival”;
Miglior Corto dell'Emilia Romagna al “Zero
Trenta Festival Argenta” (FE);
Trasmesso dal canale televisivo IRIS.
29. Sei soddisfatto
dei tuoi lavori? Quale ti rappresenta maggiormente?
Sono
sempre soddisfatto, perché le opere lasciano sempre molto di più della storia
che raccontano. Sul piano dei rapporti umani intendo. Ho amici da Marsiglia
alla provincia di Palermo. Grazie a questa passione potrei dire che ognuno
degli audiovisivi realizzati è un successo enorme.
Ad
esempio la serie web Baretto, alla
quale ho partecipato insieme a molti dei nomi che ho citato in precedenza e
molti altri, creata da Andrea Ferraguti e Carlo Rizzeli (36 puntate di circa 10
minuti l’una, un progetto enorme e durato circa tre anni), è stata a mio avviso
un grande successo. Di premi non ne ha vinti, troppo “caratteristica” per avere
i favori di una qualsiasi giuria, ma che divertimento e che esperienza di vita
che è stata! Spero che chi legge possa aggiungersi alle circa 60mila
visualizzazioni complessive della serie.
A questo link una delle tre puntate dirette
da Terenziani: https://youtu.be/ZQVN6zjSPBY
30. Progetti futuri?
È
in corso la scrittura di un lungo a 4 mani con Paolo Croci (da un suo progetto),
la realizzazione di un documentario e, tra agosto e settembre, la produzione
del primo corto da regista di mia figlia Erica Yvonne, colei dalla quale tutto
è partito.
Sul set di "Trid cme' la bula" |
Filmografia
parziale
- Bocs, commedia, 8 minuti, b/n, Digital8, 2000.
- Che
fine ha fatto l'Orfeo?, doc.,
10 min., colori, MiniDv, 2002.
- Emiliana
(montaggio e post-produzione)
di Paolo Lasagni e Ferdinando Anceschi, doc., 30 min., colori, Digital8, 2003.
- Tra
cielo e terra, figli dello stesso Dio, doc. su comunità disabili psichici di Geraci
Siculo, 20 min., colori, MiniDv, 2003.
- Crudo.
Un film senza condimento (in
collaborazione con Fabio “Zedd” Cavallo), Fiction, 17 min., colori, MiniDv,
2004.
- Meglio
Lavorare (in
collaborazione con Fabio “Zedd” Cavallo), Fiction, 45 min., 45 min., colori,
MiniDv, 2009.
- 6
Could Be 9 (in
collaborazione con Paolo Lasagni), 43 min., Fiction/sperimentale, colori,
MiniDv, 2010.
- BarEtto
(attore, produzione, regista
di tre puntate) progetto di Andrea
Ferraguti e Carlo Rizzelli, webserie genere demenziale, 36
puntate della durata di 8 minuti circa, B/N e colori, fullHD, 2012-2013.
- Elvira, fiction, 20 min., colori, FullHD, 2014.
- Trid
cme’ la bula (produzione, attore, consulente dialettale e montaggio
backstage) di Gianfranco Pannone, prodotto da Primo Giroldini, doc., 45 min., colori, 2015. Realizzato
insieme a Monica Rossi, Silvia Degani, Roberto Gorreri, Raffaella Bernabè e Nico
Carrato.
- Il
domatore di rane (produzione e regia in collaborazione con Andrea
Ferraguti, montaggio), documentario sulla vita e le opere di Lorenzo
Dondi, 50 min., FullHD, 2017.
Con gli attori in "Amor Sacro e Amor Profano" |
Biografia
Stefano
Terenziani nasce a Parma 14 luglio 1964. Gli piace ricordare di essere “nato in
casa, in piazzale S. Croce, quindi con un certo pedigree riguardo alla
Parmigianità”.
Nel
2000 inizia a realizzare cortometraggi sperimenta diversi generi, compreso il documentario.
Nel corso degli anni collabora con molti videomaker, professionisti e non. In
alcuni casi condivide la regia e la produzione, cura il montaggio o interpreta
una parte.
Sempre
pronto ad aggiornarsi, frequenta negli anni numerosi seminari e workshop tenuti
tra gli altri da: Alessandro D'Alatri, Umberto Contarello, Giuseppe Piccioni,
Domenico Procacci, Tinto Brass, Sergio Rubini, Gianfranco Pannone.
1 commenti:
Un site pratique où ces films peuvent être regardés en toute sécurité https://voirfilm.stream/ À cet égard, il est tout simplement merveilleux, vous devez donc l'étudier vous-même.
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