Era da
quasi un anno che non andavo più al cinema. Precisamente dal settembre del
2020. In sala Tenet di Nolan. Avevo deciso di non scriverne, e non ne ho
scritto. Cervellotico, confusionario, senza capo né coda. Ero molto deluso. Poi
il secondo lockdown, in cui mi sono convinto che il Cinema ha ormai cambiato
definitivamente forma. Niente più lungometraggi e sale ma solo tante serie tv
(storie “brevi ma intense”) su altrettante piattaforme online per una fruizione
sempre più casalinga. Ma ho anche pensato che fosse probabilmente la
“cattività” a farmi pensare in quel modo.
Lo scorso mese sono così tornato al
cinema, spinto dalla profusione di recensioni positive sul Collezionista di
carte. Inutile dire che le aspettative erano molto alte: diretto da uno dei
miei registi/sceneggiatori preferiti, storia intrigante, attore protagonista
capace. È stato un disastro. Noioso, lento, verboso, scontato. Insomma, un
pomeriggio completamente da dimenticare. Pensavo fosse la prova definitiva (inconsciamente
cercata) della morte del Cinema in sala.
Andare al cinema ha dunque ancora un senso? Sì, ma solo ad
alcune condizioni. La visione di un film in sala deve necessariamente essere
un’esperienza. Un momento di pieno coinvolgimento, di spettacolo. Questo però ormai
accade solo con i prodotti giusti, ovvero con trame e immagini concepite per
questo scopo. Andare al cinema per un’opera che posso tranquillamente vedere
nella piccola tv di casa non ha proprio più senso. Ormai già da tempo.