Un piccione seduto su un
ramo riflette sull’esistenza
(En duva satt på en gren och funderade på
tillvaron)
di Roy Andersson
con Holger Andersson, Nisse Vessblom, Lotti
Tornros, Charlotta Larsson
Commedia drammatica, 100 min., Svezia, 2014
39 piani
sequenza. Tra questi: un’anziana sul letto di morte tiene stretta una borsetta
coi suoi valori per non lasciarla ai figli; su un traghetto si discute su chi
può sfruttare il pranzo già pagato da un passeggero appena morto d’infarto; prima
di andare in guerra Carlo XII chiede un bicchiere d’acqua e, battendo in
ritirata, ha bisogno del bagno; due rappresentanti di oggetti di carnevale
attraversano una crisi economica e psicologica; Lotte la Zoppa scambia grappe
per baci; diversi personaggi sono contenti di sapere che dall’altro capo del
telefono “sta andando tutto bene” mentre intorno a loro l’umanità soffre.
È la
malinconia, la sofferenza, la debolezza e la corruttibilità dell’uomo il tema trattato da Andersson in questa sua ultima opera del trittico “Living Trilogy”.
Il linguaggio si fa metaforico al massimo grado, vera e propria (video)arte.
L’inquadratura è fissa, come se lo spettatore seguisse lo spettacolo da una
finestra, che limita e include. La messa in scena si fa ultra realistica,
poiché nei lunghi piani sequenza tutto è a fuoco, tutto è al suo posto, e tutto
ha dignità, che sia in primo o in secondo piano. Sta a noi decidere cosa guardare.
Proprio come nella vita vera, spesso ci sono uomini che sono maschere di se
stessi, condizione qui rimarcata dal cerone che portano sul viso. Altrettanto
spesso le loro movenze sono talmente insignificanti ma tanto ripetute da
diventare rituali, allegoriche. E mentre gli schiavi vengono spinti dentro un
cilindro musicale che viene arroventato
per il diletto di vecchi ricchi, la maschera di Zio Dentone rimane invenduta e un
militare arriva sempre in ritardo agli appuntamenti, noi non possiamo fare nulla,
se non guardare.
Voto: 4 su 5
(Film visionato il 21 febbraio 2015)