domenica 24 luglio 2011

Novità da Blockbuster. Cosa vedere e cosa no

Da vedere (con riserva)

Fair Game
di Doug Liman
con Sean Penn, Naomi Watts, Sam Shepard
Drammatico, 107 min., USA 2010
**

Tratto da una storia vera. Valerie Plame (Naomi Watts), agente della CIA, finisce nella bufera quando il marito (interpretato da Sean Penn) cerca di fermare l’imminente guerra in Iraq. Buona la prima ora: niente armi, ma la tensione si fa sentire. Poi, nei restanti quaranta minuti, la sceneggiatura si concentra più sulla relazione matrimoniale (che rischia di naufragare) che sui problemi internazionali. Che vada letto come un film d’amore? Anche se così fosse il film costituisce un’ulteriore (piccola) parentesi sulla guerra in Iraq. Questa volta però combattuta negli USA. Buona la recitazione di un Penn sovrappeso.


Che bella giornata
di Gennaro Nunziante
con Checco Zalone, Nabiha Akkari, Rocco Papaleo, Tullio Solenghi
Commedia, 97 min., Italia, 2011
**

Dopo Cado dalle nubi la regia si è raffinata, e con questa la recitazione di Zalone. Inutile parlare della trama in modo approfondito. L’unica cosa da sottolineare è che se nella sua prima opera Zalone aveva parlato della condizione di un meridionale al Nord, qui si parla di un meridionale del nord che entra in contatto con alcuni extracomunitari aspiranti attentatori (quante novità!). Si (sor)ride e ci si chiede come un film del genere sia riuscito a diventare campione di incassi. Frase cult dedicata a tutti gli universitari: «Tu studi? Non serve a un cazzo qui (in Italia)»

giovedì 7 luglio 2011

Novità da Blockbuster. Cosa vedere e cosa no

Da vedere

Il Grinta
di J. e E. Coen
con Jeff Bridges, Hailee Steinfeld, Josh Brolin, Matt Damon
Western, 110 min., Usa 2010
***

Cast d’eccezione per un western sui generis, storia di vendetta che vede come mandante una determinata ragazzina di quattordici anni. La aiuteranno, dietro compenso, uno sceriffo alcolizzato (Jeff Bridges) e un testardo texas ranger (Matt Damon). Ultima (e ruffiana) opera cinematografica dei due fratelli culto del cinema (euro)americano. Meglio la loro penultima prova (A Serius Man) ma si sa, la gallina continua a fare le uova d’oro e allora è meglio tenersela buona.

Da vedere (con riserva)

127 ore
di Danny Boyle
con James Franco, Kate Mara, Amber Tamblyn
Avventura, 90 min., Usa, G.B., 2010
** ½

Volete sapere come fa una persona a sopravvivere in un canyon con un braccio intrappolato sotto un masso? Allora questo è il film che fa per voi. Pathos e adrenalina scorrono a fiumi in un film assolutamente… statico. Merito del regista e della buona recitazione di Franco. Certo, la storia non è niente di eccezionale, ma ha il pregio di essere vera. Scena cult: Aron Ralston (questo il vero nome dell’escursionista rimasto bloccato) si taglia un nervo del braccio che “suona” come una corda di una chitarra elettrica distorta. Per stomaci forti.

The Fighter
di David O. Russell
con Mark Wahlberg, Christian Bale, Amy Adams, Melissa Leo
Drammatico, 115 min., Usa, 2010
** ½

Micky (Marck Wahlberg) è un pugile che continua a perdere, tanto da conquistarsi l’appellativo di “trampolino” (in gergo pugilistico indica colui che viene utilizzato per lanciare colleghi più sponsorizzati). Le sfortune sportive di Micky dipendono quasi tutte dalla sua famiglia: una madre manager (Melissa Leo) che gli organizza incontri fuori dalla sua portata, un fratello (Christian Bale) ex pugile nonché allenatore dipendente da crack, numerose sorelle pettegole e ficcanaso. Il suo destino cambia non appena conosce Charlene, giovane barista che lo allontana dalla sua famiglia. Il regista sembra non aver imparato nulla né da Scorsese (vedi la capacità di rendere epici gli incontri sul ring in Toro scatenato) né da Clint Eastwood (vedi come viene trattato il rapporto figlia pugile e famiglia ingrata in Million Dollar Baby). Ne esce un filmetto pieno di retorica hollywoodiana, dove il perdente si riscatta e redime fratello e famiglia. Da notare solo la recitazione di un Christian Bale (premiato con Oscar e Golden Globe come miglior attore non protagonista) comunque troppo facilmente borderline.

venerdì 1 luglio 2011

Io non voglio essere cancellato


In estrema sintesi sta succedendo questo: il 6 luglio l'AgCom voterà una delibera con cui si arrogherà il potere di oscurare siti internet stranieri e di rimuovere contenuti da quelli italiani, in modo arbitrario e senza il vaglio del giudice.
Siccome, con ogni evidenza, si tratta di una misura degna dei peggiori regimi, sarebbe il caso di rimboccarsi le maniche per evitare che venga approvata.

Cosa puoi fare:

- se sei un blogger scrivi un post, usando il logo che vedi qua sopra e riportando tutti i link, e diffondilo più che puoi tra quelli che conosci

- vai alla pagina di Agorà Digitale in cui sono raccolti tutti i link, le iniziative e le proposte dei cittadini;

- firma e diffondi la petizione sul sito di Avaaz;

- partecipa e invita tutti i tuoi amici a "La notte della rete": 4 ore no-stop in cui si alterneranno cittadini e associazioni in difesa del web, politici, giornalisti, cantanti, esperti;

Mi sa che è ora di darsi da fare: altrimenti tra poco rischiamo di essere cancellati.
A me la prospettiva non piace per niente.
E a voi?




fonte: Metilparaben
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