mercoledì 14 dicembre 2016

Nuova recensione Cineland. Sully di Clint Eastwood



Sully 
di Clint Eastwood 
con Tom Hanks, Aaron Eckhart, Laura Linney, Anna Gunn 
Biografico/Drammatico, 96 min., USA, 2016 

C’è chi dirà che l’ultima fatica di Clint fa emergere la solita retorica hollywoodiana. Può essere. Ma è anche vero che questa è una qualità intrinseca ad una tradizione cinematografica che dà il meglio di sé quando non tradisce sé stessa. Eastwood trova la strada giusta. Da una parte sviluppa una storia legata ad un fatto di cronaca in modo lineare e senza cedimenti narrativi, elevandola ad epica. Allo stesso tempo ha però l’intelligenza di attualizzarla scongiurando risultati sfacciatamente nazionalistici per puntare sul dubbio che attanaglia l’uomo umile, onesto, giusto. 

Ne nasce un’opera sorprendentemente intimista e introspettiva ma allo stesso tempo accessibile e diretta. Merito anche di un Tom Hanks in stato di grazia, che dà spessore ad un “eroe semplice”. Sully è un’opera matura, frutto della sensibilità di un regista saggio. 

Voto: 4 su 5 

(Film visionato il 3 dicembre 2016)

martedì 13 dicembre 2016

Nuova recensione Cineland. È solo la fine del mondo (Juste la fin du monde) di Xavier Dolan


È solo la fine del mondo 
(Juste la fin du monde
di Xavier Dolan 
con Nathalie Baye, Vincent Cassel, Gaspard Ulliel, Léa Seydoux, Marion Cotillard 
Drammatico, 95 min., Canada, Francia, 2016 

Eravamo rimasti colpiti da Mommy, nonostante qualche stonatura tecnica e narrativa dovuta alla foga giovanile del regista. Speravamo in un’opera successiva più matura, misurata, da divorare dall’inizio alla fine. Del resto le premesse c’erano tutte: cast stellare, regista osannato da critica e pubblico, storia tratta da una pièce teatrale. E invece… 

Invece con questa sua ultima opera Dolan mostra tutta la sua immaturità, confinando la storia in poche stanze, indugiando allo sfinimento sui volti, rallentando o velocizzando le immagini senza motivo, utilizzando una colonna sonora più trash che nostalgica (Dragostea Din Tei di Haiducii su tutti, poi Blink 182 e Moby). Più in generale mettendo in scena una storia senza capo né coda dove nulla si tiene e i rapporti tra i personaggi si dimostrano flebili e nebulosi. E poi tutto è troppo urlato, troppo immotivatamente agitato, prolisso, calcato e allo stesso tempo desolatamente superficiale. Compreso il finale. Speriamo sia solo un incidente di percorso

Voto: 2 su 5 

(Film visionato domenica 11 dicembre 2016)

martedì 29 novembre 2016

Nuova recensione Cineland. Animali notturni (Nocturnal Animals) di Tom Ford


Animali notturni (Nocturnal Animals) 
di Tom Ford 
con Amy Adams, Jake Gyllenhall, Michael Shannon, Isla Fisher 
Thriller, 115 min., USA, 2016 

Cinema e letteratura si intersecano dimostrando ancora una volta tutte le potenzialità del loro legame. Il film è basato sul romanzo Tony e Susan di Austin Wright e infatti la storia non ha cedimenti, tenendoci sulle spine dall’inizio alla fine. Susan Morrow, artista e proprietaria di una galleria d’arte, comincia a leggere la bozza di manoscritto che le ha recapitato e dedicato l’ex marito Edward. L’opera la strega, la avviluppa, ed il coinvolgimento prende forma sotto i suoi e i nostri occhi. Ciò che ne scaturisce è una grande e perfetta metafora, ricca di significati e rimandi, che ci ha fatto tornare la voglia (sempre più fioca) di tornare al cinema. 

Voto: 4 su 5 

(Film visionato il 24 novembre 2016)



martedì 13 settembre 2016

Nuova recensione Cineland. Un padre, una figlia di Cristian Mungiu



Un padre, una figlia 
di Cristian Mungiu 
con Adrian Titieni, Maria-Victoria Dragus, Lia Bugnar, Malina Manovici 
Drammatico, 128 min., Romania, Francia, Belgio, 2016 

Un padre istruito, realista, pronto a tutto per dare alla figlia un futuro migliore. Una madre depressa che sconta le scelte di gioventù. Una ragazza che deve decidere cosa fare del suo futuro, se rimanere in Romania o se emigrare in Gran Bretagna (ça va sans dire). Ma anche un ufficiale di polizia intrallazzone, un politico corrotto, un’amante e un fidanzato. Sono questi personaggi che muovono la grande metafora sulla Romania di oggi, paradigma delle problematiche politiche e sociali degli stati dell’Europa del sud. 

È questa la forza dell’opera di Mungiu, che ribadisce la sua bravura non solo nella scrittura ma anche nella tecnica registica. L'impianto classico e la trama del film rimandano al cinema “sociale” dei fratelli Dardenne e di Loach, ma la similitudine più netta è forse con il cinema di Farhadi. Mungiu è però più diretto, meno poetico, più deciso a raggiungere velocemente il cuore del problema. 

Voto: 3 ½ su 5 

(Film visionato il 7 settembre 2016)

lunedì 18 luglio 2016

Nuova recensione Cineland. It Follows di David Robert Mitchell


It Follows 
di David Robert Mitchell 
con Maika Monroe, Keir Gilchrist, Jake Weary, Olivia Luccardi 
Horror, 94 min., USA, 2014 

Tutto quello che ci piace della tradizione horror statunitense mixato in un’opera tesa e intelligente. Ci sono echi delle atmosfere di Halloween (John Carpenter, 1978), la sensazione di non avere via d’uscita di Nightmare (Wes Craven, 1984), le corse disperate di Scream (Wes Craven, 1996), la fintamente tranquilla periferia di It (Tommy Lee Wallace, 1990), il lago del nord di Friday the 13th (Sean S. Cunningham, 1980). 

Il risultato è ben diverso dal deludente The Cabin in the Wood (Drew Goddard, 2012), ridondante accozzaglia di rimandi. David Robert Mitchell sfrutta invece, sapientemente, le caratteristiche del genere ma procede per sottrazione. Ciò che rimane è un film asciutto, maturo, in cui le vicissitudini di un gruppo di ragazzi vengono narrate con un’epica sui generis che ricorda lo stile di Refn: ralenti non banali, musica accattivante e sempre funzionale, inquadrature, spazi e colori studiati. 

Mitchell è riuscito nell’arduo compito di svecchiare un genere che da anni ormai non riusciva più a produrre opere d’interesse. 

Voto: 4 su 5 

(Film visionato il 13 luglio 2014) 


sabato 9 luglio 2016

Il Manifesto del Cinema della Trasgressione


"[...] Noi rinunciamo apertamente e rigettiamo lo snobismo accademico radicato che ha eretto a monumento la pigrizia conosciuta come Strutturalismo e ha escluso quei film-maker che possedevano la capacità di vedere attraverso questa sciarada.
Noi ci rifiutiamo di fare nostro il loro semplice approccio alla creatività cinematica; un approccio che ha rovinato l'underground degli anni Sessanta, quando il flagello di una cinematografia scolastica e ripetitiva fu rimosso.
Legittimando ogni manifestazione idiota di film sdolcinati fatti da una generazione di studenti di cinema sviati che emulavano i fallimenti di non-talenti profondamente immeritevoli come Brakage, Snow, Frampton, Gehr, Breer, ecc.; i tetri centri di media-art e i critici di cinema geriatrico hanno totalmente ignorato gli esilaranti risultati di quelli del nostro gruppo - tali underground invisibili come Zedd, Kern, Turner, Klemann, DeLanda, una nuova generazione di film-maker che osano strappar via le soffocanti giacche ordinate di teoria cinematografica in un diretto attacco ad ogni singolo sistema di valore noto all'uomo.
Noi proponiamo che le scuole cinematografiche siano fatte saltare in aria e che tutti i film noiosi non vengano più fatti. [...]"

[Nick Zedd, Manifesto del Cinema della Trasgressione, in Antonio Tedesco, Underground e Trasgressione, Roma, Castelvecchi, pp. 85-86]

lunedì 13 giugno 2016

Nuova recensione Cineland. The Neon Demon di Nicolas Winding Refn


The Neon Demon 
di Nicolas Winding Refn 
con Elle Fanning, Karl Glusman, Jena Malone, Abbey Lee, Keanu Reeves 
Thriller/Drammatico, 117 min., USA, Francia, Danimarca, 2016 

Jesse (E.Fanning) è la personificazione della bellezza. Ha una pelle perfetta e, cosa ancora più importante, è pura. Arriva a Los Angeles per intraprendere la strada della moda e le porte le si aprono senza difficoltà. Nel suo cammino, tutti si invaghiscono di lei: quando entra in una stanza, sembra che tutto venga illuminato da una luce diversa. La sua ascesa verrà contrastata da colleghe agguerrite e per nulla disposte a cedere il passo ad una sedicenne appena arrivata in città. 

Con quest’opera Refn prosegue nella sua ricerca estetica e narrativa. La storia va letta come una grande metafora sulla bellezza, dove il mondo della moda è il setting perfetto e naturale per metterla in atto. In un mondo in cui sempre più si anela ad una perfezione fisica ed estetica che di fatto non può esistere, la protagonista porta lo scompiglio con la sua bellezza virginale. La soluzione è eliminare la ragazza, cibandosene (altra metafora), nell’estremo tentativo di fare propria la vera bellezza con un (inutile) atto meccanico. Il tema, certamente non nuovo, viene messo in scena in modo particolarmente interessante

Ogni immagine tende alla perfezione, quasi come in un parallelismo tra forma e tematica trattata. Approdiamo addirittura nel campo della videoarte, dove lunghe sequenze sono dominate dalla simmetria, dalle luci al neon (il vero “neon demon” è Refn, che si firma NWR sotto al titolo), dalla perfezione degli abiti, delle location, degli allestimenti, della musica e del materiale umano, anche nelle scene più truculente (c’è un’estetica nella violenza). Tutto si svolge inoltre in una dimensione onirica che accentua atmosfere lynchiane alla Mulholland Drive (2001) o alla Inland Empire (2006). 

Un film, finalmente

Voto: 4 su 5

(Film visionato l'11 giugno 2016)

giovedì 28 aprile 2016

Nuova recensione Cineland - Hardcore! di Ilya Naishuller



Hardcore! 
di Ilya Naishuller 
con Sharlto Copley, Haley Bennett, Danila Kozlovsky, Tim Roth 
Azione, 96 min., Russia, USA, 2015 

Film d’azione girato interamente in soggettiva. Cosa vuole dire? Che ciò che accade lo vediamo tutto dalla prospettiva degli occhi del protagonista. Il meccanismo d’immedesimazione però non scatta perché, più che un film, Hardcore! sembra un videogioco. È infatti nettamente diviso in capitoli/missioni e la storia sta tra Super Mario Bros. (c’è una “principessa” da salvare) e uno sparatutto qualsiasi. Con l’aggravante che non siamo noi a guidare il gioco e che la barra della vita non si esaurisce mai. L’ambientazione russa non aiuta e il “mal di mare” dovuto ai movimenti di camera costanti e repentini si fa sentire. 

È un vero peccato che Naishuller non si sia discostato di un centimetro dai videoclip musicali coi quali si è fatto conoscere (Biting Elbows, Bad Motherfucker) per proporre qualcosa di veramente nuovo. 

Voto: 2 su 5 

(Film visionato il 15 aprile 2016)

martedì 12 aprile 2016

Nuova recensione Cineland. Hitchcock/Truffaut di K. Jones


Hitchcock/Truffaut 
di Kent Jones 
Documentario, 80 min., USA, 2015 

Hitchcock è il miglior regista al mondo. Questa era la convinzione di Truffaut, che volle conoscere ed intervistare il Maestro. Ne nacque un’amicizia e un libro (Il Cinema secondo Hitchcock), passato alla storia come una delle più importanti opere sulla comprensione della settima arte. 

Cos’è il Cinema? Qual è il ruolo del regista? E quello degli attori? Su cosa fondare una narrazione che tenga incollato il pubblico allo schermo? Le riflessioni di Hitchcock, restituite dalle registrazioni della voce del regista, sono massime scolpite nella pietra, assunti imprescindibili per chi voglia operare nel campo. I registi statunitensi e francesi chiamati in causa (Scorsese, Anderson, Fincher, Schrader, Gray, Assayas, Desplechin) parlano del regista inglese come un punto di riferimento, un innovatore, un preciso e rigoroso creatore di storie e d’immagini

Peccato che il documentario non riesca a scavare maggiormente in profondità, rimanendo confortevolmente a livello di lezioncina

Voto: 2 su 5 

(Visionato il 5 aprile 2016)

giovedì 31 marzo 2016

Nuova recensione Cineland. Anomalisa di Charlie Kaufman e Duke Johnson


Anomalisa 
di Charlie Kaufman e Duke Johnson 
Animazione, 90 min., USA, 2015 

L’operazione “Anomalisa” è indubbiamente interessante perché ci fa riflettere non solo sull’opera ma anche su cosa ci sta dietro. Kaufman l’ha scritta e diretta avendone pieno controllo, da una parte grazie alla piattaforma Kickstarter che gli ha permesso di raccogliere fondi per la realizzazione e dall’altra ricorrendo alle cosiddette “marionette”. 

Infatti, se il crowdfunding gli ha permesso maggiore indipendenza dalle logiche di mercato, lo stop-motion ha fatto esprimere al suo massimo grado una storia di matrice teatrale piena di metafore e simbologie ma in fin dei conti esile e prevedibile

Rimaniamo così incantati dalla perfetta recitazione dei protagonisti di plastilina (loro sì che avrebbero meritato l’Oscar) e da una messa in scena dove tutto è studiato, per un risultato finale assolutamente iperrealistico

Ma è proprio questa estrema precisione a rendere fredda la narrazione e a spezzare quella magia che il Cinema ci ha spesso regalato: farci pensare, una volta ogni tanto, che la nostra natura non è poi così corrotta. 

Voto: 2 ½ su 5 

(Film visionato il 26 marzo 2016)  

mercoledì 16 marzo 2016

Nuova recensione Cineland. 1981: indagine a New York (A Most Violent Year) di J.C. Chandor


1981: indagine a New York (A Most Violent Year) 
di J.C. Chandor 
con Oscar Isaac, Jessica Chastain, David Oyelowo, Alessandro Nivola 
Thriller, 125 min., USA, 2014 

Abel Morales (Isaac) gestisce un’azienda di carburanti nell’anno più violento della storia di New York. I suoi camion cisterna vengono presi d’assalto e rivenduti ai concorrenti, che con lui fanno finta di nulla. Abel avrebbe le carte in regola per completare l’acquisto di un’area fondamentale per espandere il suo business, ma l’obiettivo rischia di non essere raggiunto per le troppe avversità. 

Chandor scrive una storia esile ma la dirige in modo tecnicamente sapiente, aiutato dalle ottime prove di Isaac e della Chastain. Il risultato finale per molti non sarà memorabile, ma la storia di un uomo che cerca di raggiungere i suoi obiettivi con così tanta determinazione finisce per scalfire qualsiasi corazza d’indifferenza. 

Inconcepibile la traduzione del titolo in italiano. 

Voto: 3 su 5 

(Film visionato il 7 marzo 2016) 

lunedì 14 marzo 2016

Nuova recensione Cineland. Ave, Cesare! (Hail, Caesar!) di Joel ed Ethan Coen


Ave, Cesare! (Hail, Caesar!) 
di Joel ed Ethan Coen 
con Josh Brolin, George Clooney, Ralph Fiennes, Jonah Hill, Scarlet Johansson 
Commedia, 106 min., USA, 2016 

Eddie Mannix (Brolin) è un fixer, ovvero un “signor Wolf” degli studios hollywoodiani incaricato di risolvere i problemi legati alla produzione di film (capricci delle star, scandali, problemi legati alla produzione ecc.). Durante la lavorazione di una pellicola incentrata sulla figura di Gesù, viene rapito l’attore protagonista (Clooney) da un manipolo di sceneggiatori comunisti che vogliono rivendicare maggior considerazione per se stessi e per la causa. 

Mannix si destreggia tra le varie problematiche ostentando sicurezza e disinvoltura, ma anche solo l’aver infranto una stupida promessa alla moglie (smettere di fumare) lo mette a dura prova nel suo intimo. È questa metafora sulla vita adulta che rende profondo un film dalla trama lineare e comprensibile, impreziosito da una ricostruzione della Hollywood anni Cinquanta che è uno spasso per i cinefili

I Coen proseguono sulla strada tracciata da A Serious Man, senza tralasciare un discorso spirituale/ideologico/religioso che qui ha il suo acme in un dibattito interreligioso memorabile

Voto: 3 ½ su 5 

(Film visionato il 12 marzo 2016)

domenica 6 marzo 2016

Il riflesso dell'ombra

lunedì 22 febbraio 2016

Nuova recensione Cineland. Il caso Spotlight di Thomas McCarthy


Il caso Spotlight 
di Thomas McCarthy 
con Mark Ruffalo, Michael Keaton, Rachel McAdams 
Thriller, 128 min., USA, 2015 

Ricostruzione di una storia vera. E già in questo si celano due insidie. La prima: come rendere avvincente un evento che sappiamo già come andrà a finire? La seconda: come camminare sulla linea che separa la realtà dalla finzione senza sconfinare totalmente in una delle due parti? 

Il caso Spotlight, indubbiamente scritto e girato bene, è un’attenta prova di equilibrismo che, in quanto sobria e misurata, non ha quei guizzi che la rendono memorabile. La ricostruzione di ciò che accadde al Boston Globe è fin troppo lineare, senza pathos, senza sussulti, senza quella crescita interiore dei personaggi che è la molla di una narrazione appassionante. Sarà che il tema (la pedofilia nella Chiesa) è stato ed è copiosamente trattato, sarà che il “turning point” non è che una naturale evoluzione degli eventi. “Sono i fatti”, si potrà ribattere. Ma questo è un film, e un film dovrebbe rendere avvincente anche la realtà più banale

Voto: 3 su 5 

(Film visionato il 20 febbraio 2015)

lunedì 8 febbraio 2016

Nuova recensione Cineland. The Hateful Eight di Quentin Tarantino


The Hateful Eight 
di Quentin Tarantino 
con Samuel L. Jackson, Kurt Russell, Jennifer Jason Leight, Walton Goggins 
Western/Giallo, 167 min., USA, 2015 

Dialoghi magnetici. Questo è ciò a cui Tarantino ci ha abituato e questo è il fulcro attorno al quale ruota tutto The Hateful Eight. I personaggi sono chiusi in spazi ridotti (una carrozza, un emporio) e la tensione che ne esce è generata dalle parole, ancora più taglienti di un coltello, ancora più mortali di una pallottola. Il sangue non manca, come pure le pistole nascoste sotto i tavoli, ma questa volta Tarantino punta maggiormente sul mistero rispetto ai suoi lavori precedenti, sfruttando i meccanismi dell’enigma della camera chiusa. Ci sembra infatti di assistere alla trasposizione western di un romanzo giallo alla Agatha Christie, ovvero dove ci sono vittime assassinate da uno dei presenti, un Poirot che ricostruisce i fatti sulla base della logica, lo svelamento di ciò che è accaduto. 

È sicuramente l’opera più riuscita tra le ultime del regista, non solo per la tensione che riesce a creare ma anche per il carico di significati che mette in campo: il monologo di Samuel L. Jackson (egregio nella parte, come del resto Kurt Russell) supera di gran lunga il risultato dell’intero Django Unchained. 

Voto: 4 su 5 

(Film visionato il 6 febbraio 2016)

lunedì 25 gennaio 2016

Nuova recensione Cineland. Il figlio di Saul (Saul fia) di László Nemes


Il figlio di Saul (Saul fia) 
di László Nemes 
con Géza Röhrig, Levente Molnar, Urs Rechn, Sàntor Zsoter 
Drammatico, 107 min., Ungheria, 2015 

La telecamera segue da vicino Saul, prigioniero ungherese che fa parte dei Sonderkommando, ovvero coloro che nei campi di sterminio nazisti hanno l’incarico di accompagnare alle docce i deportati che verranno asfissiati col gas. Solo il suo volto è definito, tutto quello che lo circonda è sfocato, metafora dell’assuefazione e del distacco emotivo che domina nelle situazioni fisicamente ed emotivamente insostenibili: non c’è spazio per i sentimenti in un campo di sterminio, ognuno deve pensare per sé. Ma è proprio quando questo assunto sembra prendere il sopravvento che lo sguardo e il cuore di Saul si aprono alla vista di un ragazzino che è stato tanto forte da resistere alla doccia mortale. Spirerà poco dopo, e Saul cercherà tra mille difficoltà e pericoli di metterne al riparo la salma rivendicando per lui degna sepoltura alla presenza di un rabbino. 

La narrazione (storia e immagini, legate indissolubilmente) diventa una intensissima metafora sull’esigenza di dare uno scopo alla propria vita ormai segnata e sul senso di uno sterminio che aveva svuotato di significato non solo i corpi dei vivi ma anche quelli dei morti. Questi molteplici piani d’interpretazione sono ben avvertibili e, quel che è più importante, resi magistralmente grazie ad uno stile asciutto, onesto, preciso nella sua filologica rappresentazione di un avvenimento storico troppo spesso ricostruito con inutile sentimentalismo e retorica. 

Voto: 5 su 5 

(Film visionato il 22 gennaio 2016 al cinema Rosebud di Reggio Emilia)

lunedì 18 gennaio 2016

Nuova recensione Cineland. The Revenant - Redivivo di Alejandro González Iñárritu



The Revenant – Redivivo 
di Alejandro González Iñárritu 
con Leonardo Di Caprio, Tom Hardy, Will Poulter, Domhnall Gleeson 
Avventura, 156 min., USA, 2015 

Manuale delle Giovani Marmotte per adulti. Peccato per chi ha già visto Bear Grylls: L’ultimo sopravvissuto su DMAX e sa già che per non morire a -40 gradi può sventrare un cavallo e dormire nella sua carcassa. Echi del Gladiatore (storia di vendetta) e della Sottile linea rossa (il ricordo degli affetti ed il rapporto con la Natura) permeano una pellicola dalla lunghezza spropositata per una trama così esile e così inverosimile. Scomodiamo allora, arrivati a metà pellicola, per proseguire nella visione, il sempre attuale “patto finzionale”. Ma non riusciamo ancora ad accettare che Hugh Glass (Di Caprio) possa tornare a camminare con una gamba rotta e il corpo dilaniato e che i suoi vestiti possano asciugarsi così rapidamente dopo una fuga via fiume, nonostante la neve, nonostante le temperature rigide. Il colpo di grazia arriva quando il Nostro cade in un dirupo schiantandosi a terra e rialzandosi poco dopo. È a questo punto che sentiamo la nostalgia di Essential Killing (J.Skolimowski, 2010), pellicola affine tematicamente ma ben più riuscita nonché meglio recitata. Sì, perché Vincent Gallo regalava una prova davvero memorabile, mentre Di Caprio è poco credibile (a differenza dell’ottimo Hardy), vittima com’è di una storia che non regala emozioni e non ci rende partecipi di un travaglio interiore che, a conti fatti, non si avverte. Come se non bastasse, l’autenticità della Natura viene completamente corrotta dal massiccio uso del computer, che tutto ritocca: non un animale è reale, non una scena pericolosa è girata dal vero. Anche la battaglia iniziale, vero biglietto da visita per un film che si apra con essa, è poco autentica, da dimenticare

Voto: 3 su 5 

(Film visionato 16 gennaio 2016)

giovedì 14 gennaio 2016

Nuova recensione Cineland. Macbeth di J. Kurzel


Macbeth 
di Justin Kurzel 
con Michael Fassbender, Marion Cotillard, Jack Reynor, David Thewlis 
Drammatico, 113 min., GB, 2015 

La bellezza della composizione delle inquadrature. La forza di questo film è riassunta in questa frase. Ogni quadro riflette infatti un perfetto studio della disposizione degli elementi in scena, che non tradiscono mai lo spirito del tempo in cui è ambientata la narrazione e non smorzano la tensione di una delle più efferate tragedie mai concepite. Il travaglio, la sofferenza interiore sono lo sporco sotto le unghie dei combattenti, la terra verde di Scozia battuta dal vento che proviene dall’oceano, i veli di nebbia che offuscano gli altipiani, le candele che illuminano i crocifissi, le geometrie del castello in cui Macbeth e la sua regina perdono loro stessi. Un travaglio interiore che è ben reso dalla recitazione degli ottimi Fassbender e Cotillard

L’opera oscilla tra la “classicità” di una mise-en-scène tanto curata quanto essenziale (tornano alla mente Dryer e Bresson) e un interesse per la luce e una cura della fotografia che si risolvono in soluzioni narrative davvero interessanti (time lapse, ralenti e saturazione cromatica finalmente utilizzati in modo funzionale e sensato). La commistione tra tradizione e modernità finalmente funziona

Voto: 4 su 5 

(Film visionato il 13 gennaio 2016)

domenica 3 gennaio 2016

Nuove recensioni Cineland. Star Wars: Il risveglio della forza di J.J. Abrams, Irrational Man di W. Allen, Il ponte delle spie di S. Spielberg


Irrational Man 
di Woody Allen 
con Joaquin Phoenix, Emma Stone, Parker Posey 
Thriller, 96 min., USA, 2015 

Scordatevi le atmosfere, i dialoghi, la morale di Match Point. Irrational Man è un thriller sui generis, in cui la tensione e i significati delle situazioni vengono smorzati dall’ambientazione (un luminoso e verde campus studentesco) e dalla superficialità dei dialoghi. Potremmo trovare una chiave di lettura nella massima arendtiana “la banalità del male”, che la studentessa Jill Pollard (Stone) trova appuntata a matita su una copia di Delitto e castigo appartenente al professore di filosofia Abe Lucas (Phoenix). Purtroppo non è così, e anche questo ennesimo film di Allen cadrà nel dimenticatoio nonostante le ottime prove del solito perfetto Phoenix e della brava Stone

Voto: 3 su 5 

(Film visionato il 27 dicembre 2015)




Star Wars: Il risveglio della forza 
di J.J. Abrams 
con Harrison Ford, Mark Hamill, Carrie Fisher, Adam Driver 
Fantastico, 136 min., USA, 2015 

L’obiettivo (esplicito) era risvegliare l’interesse verso la saga, portare al cinema chi non l’aveva mai vista e riportare chi non se ne è perso un capitolo. J.J. Abrams non corre rischi e persegue lo scopo in modo fin troppo superficiale. L’imponente campagna pubblicitaria crea un’aspettativa sproporzionata rispetto a un film che sì, si rivela ottimo intrattenimento, ma non accontenta né i puristi né gli spettatori più esigenti. Ogni situazione è stata creata più per richiamare i simboli degli episodi precedenti (Millenium Falcon, spada di Luke, ecc.) e rassicurare il pubblico con l’“effetto nostalgia” che per rinnovare il genere (come invece hanno fatto Nolan con il Cavaliere Oscuro e Mendes con Skyfall). 

Voto: 2 1/2 su 5 

(Film visionato il 23 dicembre 2015)




Il ponte delle spie 
di Steven Spielberg 
con Tom Hanks, Mark Rylance, Amy Ryan, Alan Alda 
Storico/Thriller, 140 min., USA, 2015 

Il fatto che sia ispirato a fatti realmente accaduti non giustifica una trama così lineare, una superficiale caratterizzazione dei personaggi e le tonnellate di retorica filostatunitense che dobbiamo subire dall’inizio alla fine. Ancora una volta sono gli americani buoni, belli e animati dall’imparzialità e dalla rettitudine a doversi misurare con i russi doppiogiochisti, brutti e comunisti. Lo stucchevole Tom Hanks cerca di portarsi sulle spalle una storia di spionaggio già vista e rivista, completamente priva di tensione e con scene talmente telefonate da sfiorare il ridicolo

Voto: 2 su 5 

(Film visionato il 30 dicembre 2015)

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