venerdì 22 aprile 2011

Nuova recensione Cineland. Habemus Papam

Habemus Papam
di Nanni Moretti
con Michel Piccoli, Nanni Moretti, Jerzy Stuhr, Renato Scarpa, Franco Graziosi
Drammatico, 104 min., Italia, Francia, 2011

Morte di Papa Giovanni Paolo II. I cardinali si riuniscono in Conclave ed eleggono il nuovo pontefice. Nessuno vuole diventare Papa. Tutti avvertono il peso insopportabile della responsabilità che ne consegue. Diventa Papa il cardinal Melville (Michel Piccoli) che, appena prima di affacciarsi dal balcone per la benedizione ai fedeli, cade in preda ad una crisi esistenziale e si rifiuta di iniziare il suo pontificato

Il neoeletto Papa non riesce dunque a reggere una situazione da lui non voluta. Non tanto quella di essere diventato pontefice, quanto quella di avere consacrato tutta la sua vita alla religione. Egli voleva fare l’attore (o quantomeno lavorare in teatro) e allora, per trovare sollievo dagli attacchi di panico, si rifugia nei teatrini della Capitale. Ristabilisce così un corroborante dialogo col mondo esterno, unica realtà effettiva. Intanto i cardinali, scossi da questo inaspettato comportamento, passano le giornate come bambini, giocando a carte o a pallavolo nella loro prigione dorata. Fuori il mondo si interroga: per quale motivo il pontefice non si rivela? Il vaticanista di turno, intervistato dal Tg3, prova a spiegare la situazione con giri di parole ed ellissi incomprensibili. Salvo poi arrendersi, sconfitto, all’evidenza con uno “Scusate, sto improvvisando” che ricorda molto certe omelie domenicali. 

Moretti vorrebbe far sorridere sfruttando la forza di situazioni caricaturali, non comiche. Talvolta ci riesce. La sceneggiatura però non è più brillante come quelle dei suoi film precedenti. Forse perché in questa sua ultima opera la disillusione prevale sulla poeticità delle situazioni. I temi trattati sono molteplici e tutti importanti (l’interpretazione delle Scritture, il Vaticano come Stato, i vescovi, la scienza contrapposta alla religione, ecc…), ma spesso già visti in ambito cinematografico. (Il tema della religione incapace di dare risposte concrete ai fedeli è già stato mirabilmente trattato da Lourdes). 

Si obbietterà che il film parla prevalentemente di una crisi d’identità strettamente correlata al senso di responsabilità e che il Vaticano è solo il contesto, il palcoscenico della vicenda. Ebbene, Moretti ha dimostrato che un palcoscenico di questo tipo risulta essere certamente troppo ingombrante ed impegnativo. Non si può parlare di una crisi d’identità in Vaticano senza fare i conti con questo luogo enigmatico e chi lo rappresenta. Inutile dire che, sotto questo punto di vista, le aspettative del pubblico rimangono inevitabilmente deluse

Voto: 3/5 

(Film visionato il 20 aprile 2011)

mercoledì 20 aprile 2011

L'ultimo intellettuale d'Italia (o meglio, l'ultimo intellettuale che riesce a parlare in TV)







giovedì 14 aprile 2011

Alfano contestato non si presenta alla lectio berlinese

Stamattina all'Università Humboldt di Berlino Angelino Alfano avrebbe dovuto tenere una lezione intitolata "La lotta contro il terrorismo e il crimine organizzato transnazionale: la prospettiva italiana".

L'evento era stato annunciato con grande sfarzo dall'ateneo ma, appena prima dell'incontro, un gruppo di contestatori composto anche da ricercatori e membri di associazioni italiane nella capitale tedesca hanno srotolato cartelli sia in tedesco che in italiano, con scritte come: “Vergogna”, "L'Aquila breve”, “Basta mafia”, “Alfano teorico ed esecutore del tagliaprocessi”, “Il tuo capo bunga bunga ti ringrazia”, “Più giudici, più personale, più soldi, più tecnologia, vere riforme".Alcuni studenti hanno poi cominciato a battere le mani sui banchi gridando: "Avete giurato sulla bandiera della Repubblica italiana".

Il portavoce dell'università è intervenuto più volte per cercare di riportare l'ordine e, una decina di minuti dopo quello che doveva essere l'inizio della lezione, è stato annunciato che Alfano non si sarebbe presentato a causa di "improrogabili impegni urgenti".


venerdì 8 aprile 2011

Il nucleare nel resto d'Europa

A venticinque anni da Chernobyl, il disastro scoppiato in Giappone nella centrale di Fukushima ha riportato brutalmente d’attualità la paura del nucleare, acutizzando il contrasto tra favorevoli e contrari e facendo addirittura presagire una possibile "fine dell'era nucleare", come ha scritto recentemente lo Spiegel.
E mentre noi italiani temporeggiamo, come siamo soliti fare, evitando di schierarci con fermezza da una parte o dall’altra, i nostri compagni europei cosa fanno?

Germania
Conta 17 reattori attivi (27% di energia prodotta) e un’opinione pubblica per la maggior parte ostile al nucleare, come dimostrano le numerose manifestazioni di protesta che periodicamente vengono organizzate nella capitale e non solo. Anche per questo, all’indomani della catastrofe giapponese Angela Merkel ha annunciato l’arresto immediato, almeno fino a quando non saranno messe a punto nuove misure di controllo, dei 7 reattori più obsoleti e un riesame della sicurezza in tutte le centrali del paese.
Oltre a questo, Berlino ha decretato una moratoria di tre mesi sull’applicazione di una legge approvata l’anno scorso, secondo la quale la vita delle centrali tedesche sarebbe stata prolungata in media di 12 anni.

Francia
Con 19 centrali e 58 reattori la Francia è il paese che in assoluto sfrutta maggiormente il nucleare, impiegato nella produzione di ben il 76% di energia elettrica.
Non mancano però le critiche, che fanno leva sui guasti e gli incidenti avvenuti nei mesi passati e investono in particolare la sicurezza delle centrali più vecchie. Tra queste soprattutto l’alsaziana Fessenheim, in servizio dal 1977, preoccupa per il rischio di sisma e inondazioni a cui è sottoposta la zona.
Altro punto di frizione tra favorevoli e ostili riguarda poi il progetto di realizzare entro i prossimi anni almeno due centrali di terza generazione generazione (le cosiddette EPR), tanto che i Verdi hanno reclamato la necessità di un referendum sulla situazione del nucleare. Irremovibile Sarkozy, che di fronte alle critiche continua a ripetere che “la Francia ha le centrali nucleari più sicure” e “non se ne parla di abbandonare il nucleare”.

Gran Bretagna
19 reattori attivi in 10 centrali di cui 9, ora in corso di smantellamento, saranno sostituite da una nuova generazione di centrali che entreranno in servizio entro il 2018. Nessun cambiamento al piano nazionale di rafforzamento del nucleare dopo l’incidente di Fukushima: per il momento l’HSE, l’autorità britannica di sicurezza nucleare, ha giudicato prematuro valutare se e in che modo la situazione potrà ritardare il progetto.

Finlandia
Avanti tutta sul nucleare per il governo finlandese, che non esita a definire quella atomica “energia rinnovabile”. Malgrado le reticenze della popolazione, un reattore di terza generazione è in costruzione e altri due saranno realizzati nei prossimi anni. Si aggiungeranno ai 4 reattori già esistenti.

Svezia
Con i suoi 10 reattori che producono il 38% di energia, la Svezia aveva da tempo deciso di affrancarsi dal nucleare, ma nel 2009 il governo cambiò idea e ne rilanciò il programma. Dopo Fukushima è stata aperta un’inchiesta sulla sicurezza delle centrali.

Spagna
Già prima di Fukushima il governo spagnolo aveva deciso l’abbandono del nucleare, con lo spegnimento, programmato tra il 2021 e il 2028, degli 8 reattori oggi attivi e il rafforzamento delle energie rinnovabili, in particolare il solare.

Belgio
I 7 reattori oggi attivi producono più della metà dell’energia del paese. Nel 2003, sotto la spinta dei partiti ecologisti allora al governo, il Parlamento aveva deciso l’estinzione delle centrali tra il 2015 e il 2025, ma nel 2009 è stato deciso di prolungare di dieci anni la vita dei tre reattori più vecchi. Il dibattito è ancora aperto.

Paesi Bassi
Da sempre propugnatore di fonti energetiche alternative, dopo Chernobyl il paese aveva deciso di spegnere entro il 2013 l’unico reattore in funzione, ma poi ne è stata allungata di dieci anni la vita.

Svizzera
L’incidente di Fukushima ha scosso l’opinione pubblica a tal punto che il governo ha frenato nettamente sul nucleare, fermando il progetto di costruzione di una nuova centrale che avrebbe dovuto aggiungersi alle 5 (38% di energia) già presenti sul territorio.

Austria
Nessuna centrale: il paese è radicalmente allergico al nucleare, al punto di avere innalzato nel 1999 l’interdizione all’uso dell’energia atomica a principio costituzionale.
La maggior parte del fabbisogno energetico viene colmato da centrali idroelettrice e impianti solari.

Repubblica Ceca, Ungheria, Romania, Bulgaria, Slovenia, Slovacchia
Hanno 1-2 centrali, quasi tutte piuttosto obsolete.

Irlanda e Grecia
Ostili al nucleare, non hanno mai avuto reattori.

Polonia e Lituania
Attualmente prive di centrali, ne stanno valutando la costruzione.

Fonte: Liberation

lunedì 4 aprile 2011

Novità da Blockbuster. Cosa vedere e cosa no

Da vedere

American Life
di Sam Mendes
con John Krasinski, Maya Ridolph, Carmen Ejogo
Commedia, 98 min. Usa, Gran Bretagna, 2009
*** ½

Simpatico, sarcastico, leggero, caustico, dolce, misurato, profondo, semplice, positivo, ben girato, ben recitato. Vi basta?




In un mondo migliore
di Susanne Bier
con Mikael Persbrandt, Trine Dyrholm, Ulrich Thomsen
Drammatico, 113 min., Danimarca, Svezia, 2010
** ½

La prima metà: capolavoro. Poi scade e il film diventa un lungometraggio da Giffoni Film Festival. In tutti i modi ottima regia, e buona recitazione. Ma la storia lascia perplessi.



Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni
di Woody Allen
con Antonio Banderas, Naomi Watts, Josh Brolin, Anthony Hopkins, Freida Pinto
Sentimentale, 98 min., Usa, Spagna, 2010
** ½

È una sorta di seguito insipido di Basta che funzioni (2009), con un pizzico di Match Point (2005). Voce fuori campo invadente, storie sentimentali sconclusionate e neanche troppo diverse tra loro (la casistica amorosa non ha età?). Il tocco british di Allen però è irresistibile… e anche una prova non brillantissima diventa gradevole.

Da vedere (con riserva)

Devil
di John Erick e Drew Dowdle
con Chris Messina, Logan Marshall Green, Geoffrey Arend
Horror, 80 min., Usa 2010
**

Un po’ The Cube (1997), un po’ 10 piccoli indiani (Agatha Christie), il film si lascia guardare. Consigliato a chi vorrebbe vedere un horror ma non ne ha mai avuto il coraggio, a chi vuole avere l’impressione di aver avuto una scarichetta d’adrenalina senza poi faticare ad addormentarsi una volta a letto. Horror (?) per tutti.

sabato 2 aprile 2011

Surfin' Lamped U.S.A. con Elio e le Storie tese

venerdì 1 aprile 2011

Berlusconi-show a Lampedusa: contestatori minacciati e allontanati

Bagno di folla e applausi per Berlusconi a Lampedusa, accolto come il salvatore della patria capace, con due parole, di risolvere uno dei problemi più pressanti del momento: "In 48-60 ore Lampedusa sarà abitata solo dai lampedusani!".

E a questa promessa ne seguono altre: "una moratoria fiscale, previdenziale e bancaria almeno per un anno finalizzata a trasformare l'isola in zona franca", la costruzione di un casinò e di un campo da golf, più colori al paesaggio, addirittura la candidatura di Lampedusa al Nobel per la pace.

E giù applausi, grida di gioia, ringraziamenti, lacrime di felicità da parte dei presenti per il loro premier-Superman il quale, come da lui stesso dichiarato con solo una punta di compiacimento e sano realismo "ha il vezzo e l'abitudine di risolvere i problemi. Fino a ieri non avevo la soluzione al problema chiara e quindi non mi avevate ancora visto. Poi ho messo a punto un piano." Sì, come con i rifiuti di Napoli.

Comunque, tutto bene quel che finisce bene, con lampedusani felici e contenti.
Non proprio, perchè chi contestava Berlusconi c'era, eccome.


Ma non solo il sindaco di Lampedusa ha intimato ai propri concittadini di non rompere le scatole: "ma che è? togliete 'ste minchia (di cartelloni), che sennò il Presidente non parla", ma addirittura un gruppo di loschi figuri ha minacciato pesantemente i contestatori, come si sente nel filmato:
"Berlusconi è venuto a salvarvi il culo, portate via questi cartelli. Queste telecamere ve le facciamo mangiare, vi ammazziamo come i cani oggi, te lo giuro".

Il tutto con la polizia a pochi metri del tutto indifferente.

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