lunedì 16 gennaio 2017

Nuova recensione Cineland. Silence di Martin Scorsese


Silence 
di Martin Scorsese 
con Andrew Garfield, Liam Neeson, Adam Driver, Issei Ogata, Yoshi Oida 
Drammatico, Storico, 161 min., USA, Taiwan, Messico, Italia, UK, Giappone, 2016 

Film sulla religione, film storico o entrambe le cose? Questa è la domanda che ci poniamo dopo aver visto l’ultima opera di Scorsese, tratta dal romanzo di Shusako Endo. La risposta è difficile da trovare. Da una parte abbiamo la ricostruzione dei luoghi e delle atmosfere del Giappone d’inizio XVII secolo, quando i gesuiti portoghesi cercavano di diffondere la religione cristiana in una cultura troppo diversa da quello europea. Dall’altra i dilemmi religiosi di un padre gesuita che cerca di avvicinarsi a Dio attraverso le vicissitudini affrontate in un impossibile percorso di evangelizzazione. È questa parte più intimista a soffrire maggiormente lo stile di Scorsese

I volti di Cristo riflessi su specchi d’acqua o assi di legno, i monologhi interiori e i dialoghi sulla fede purtroppo non sono così incisivi, per efficacia e puntualità filologica, come le scenografie (nonostante l’ormai  costante utilizzo della computer grafica), gli abiti, la costruzione delle immagini, certe atmosfere create. Se di religione si parla, il regista ne indaga la dimensione più terrena, riflettendo sulle conseguenze storiche e sociali della religione, in un preciso luogo e in un dato momento storico. 

Voto: 3 ½ su 5 

(Film visonato il 14 gennaio 2017)

mercoledì 4 gennaio 2017

La terra dell'oscurità e della confusione (David Lynch)


"Come autore e regista, però, non sembri affatto interessato a fare film su quello stato di grazia. I tuoi personaggi si trovano ancora quasi tutti nella terra dell'oscurità e della confusione.
E' stranamente vero quello che dici. Sarebbe interessante se vi trovasse spazio anche la pura beatitudine, per esempio; ma non potrebbe comparirvi che come parte organica dell'oscurità e della confusione. A noi piace vedere gente per bene attirata in qualche strana situazione che la mette alla prova. Ogni film è una specie di esperimento. Abbiamo bisogno di acquisire conoscenza ed esperienza attraverso coppie di opposti. Il libero arbitrio e l'esperienza spesso ci mettono nei guai, ma da quei guai dobbiamo sperare di imparare qualcosa."

[David Lynch, Io vedo me stesso, Il Saggiatore, 2016, pag. 356]
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