venerdì 5 luglio 2013

Nuova recensione Cineland. La migliore offerta di G. Tornatore

La migliore offerta
di Giuseppe Tornatore
con Geoffrey Rush, Donald Sutherland, Sylvia Hoeks
Thriller/Drammatico, Italia, 124 min., 2013

Se qualche giorno fa ho avuto il piacere di parlare di Viva la libertà (R. Andò) come di un film che si eleva dalla palude della mediocrità in cui galleggiano i film italiani, ora vi parlerò di un'opera che purtroppo ne fa parte. La migliore offerta, questo il titolo della pellicola esaltata da gran parte del pubblico, è banale. Ma di una banalità sconcertante. Vediamo nel dettaglio il perché, analizzando la storia e considerando che tecnicamente il film è comunque girato bene.

Abbiamo un battitore d'aste, Virgil Oldman (nomen omen, che fantasia!), che è il migliore nel suo campo ma non ha mai avuto una relazione con una donna. La cosa è rimarcata dal fatto che, sfruttando un amico infiltrato nelle aste da lui condotte, compra a prezzi bassi ritratti femminili di inestimabile valore per poi stiparli nel suo lussuoso appartamento, in una stanza segreta che gli permette di raccogliere in un solo luogo i simboli di un amore desiderato ma mai provato. La raccolta procede spedita fino a quando, un giorno, il suo studio riceve la telefonata di una donna che lo prega di inventariare la casa dei genitori recentemente scomparsi allo scopo di vendere i pezzi pregiati contenuti in essa. Dopo una prima resistenza Oldman viene rapito dall'insistenza di Claire, questo il suo nome, e decide di recarsi sul posto per un sopralluogo. Lei non si fa mai vedere, interagendo con lui per interposta persona, e lui è sempre più attratto da cotanto mistero. Intanto, durante le sue numerose visite alla casa, Oldman trova alcuni ingranaggi non meglio identificati e scopre che la donna è in verità una ragazza che si nasconde in una stanza segreta. Lei dice di soffrire di agorafobia e un tarlo comincia a lavorare nel cervello di lui: come fare per farla uscire? Essendo un disastro in fatto donne decide di chiedere consiglio a Robert, giovane restauratore di fiducia interpellato soprattutto per aggiustare oggetti meccanici. Lo stesso Robert che sta assemblando gli ingranaggi di cui sopra dopo aver scoperto che appartengono ad un automa antropomorfo di inestimabile valore di Vaucanson. Ecco, a questo punto avete tutti gli elementi e vi invito, prima di proseguire, ad ipotizzare il resto della storia tenendo in considerazione che c'è il colpo di scena.

Avete fatto? Bene, perchè ora scoprirete che la vostra fantasia supera di gran lunga quella del regista. Ebbene, dopo decine di tentativi in cui Oldaman cerca di far uscire la ragazza dalla stanza, alla fine ci riesce e fa di tutto per "conquistarla". A questo punto per lei bei vestiti, sfilate e cene romantiche nella casa abbandonata, anellone, baci e scena di sesso patinata (lui vecchio, lei giovanissima) che neanche in un film anni ottanta. Ovviamente avevamo già capito dall'inizio che è tutta una trappola perchè un vecchio ricco e solo in un film non aspetta altro che farsi truffare da una donna. Noi speravamo in una badante dell'est e invece, guardacaso, sono gli unici tre personaggi presenti nella pellicola oltre al protagonista ad essersi messi d'accordo per svuotare la stanza segreta. Quel che è peggio è che, tra enormi sbadigli durante i quali il film procedeva sempre più lentamente sembrando infinito, avevamo già pensato a questa opzione ma l’avevamo scartata immediatamente, pensando che fosse veramente troppo troppo banale. E il colpo di scena? Beh, ma è il fatto che i tre fossero d'accordo (sfruttando il gergo calcistico, l'imbroglio più "telefonato" della storia del cinema).

David di Donatello al miglior film (a scapito di Viva la libertà) nonchè "fiore all'occhiello" della produzione italiana da esportare all'estero.

P.s. La pioggia scrosciante viene usata per introdurre e fare da sfondo alle scene tragiche. Il protagonista, alla fine, impazzisce e rimane solo. La vera Claire è un'autistica che passa le sue giornate nel bar di fronte alla villa ma il protagonista se ne accorge solo alla fine. Tre peculiarità che di certo non hanno contribuito a svecchiare la narrazione di una storia sorpassata, ripetitiva, fin troppo lineare e, per tutti questi motivi, soporifera.

Voto: 2 su 5

(Film visionato il 2 luglio 2013)

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