Per la visione di Vite vendute ringraziamo il Cinema D’Azeglio di Parma e i suoi sponsor, che con la rassegna “France Cinéma – I maestri del cinema francese dal
dopoguerra alla Nouvelle Vague” (responsabili del progetto Luigi Lagrasta,
Roberto Campari, Giovanni Cossio, Michele Guerra e Jean Fracchiolla) riportano
nella nostra ormai stanca cittadina un po’ di cultura aperta a tutti.
Vite vendute (Le salaire de la peur)
di Henri-Georges
Clouzot
con Yves Montand, Charles Vanel, Folco Lulli, Peter van Eyck
Avventura,
Drammatico, 131 min., Francia, Italia, 1953
*** ½
In una località dell’America
Centrale, quattro uomini scappati dal proprio passato – due francesi (Montand e
Vanel), un italiano (Lulli) e un tedesco (Van Eyck) – hanno l’opportunità di
guadagnare duemila dollari trasportando con due camion un carico di
nitroglicerina fino ad un pozzo di petrolio da far saltare. La missione è quasi
impossibile: strade accidentate, imprevisti, caldo, freddezza da mantenere
anche nelle situazioni più estreme. Chi sopravviverà?
Clouzot adatta l’omonimo
romanzo di Georges Arnaud per un’opera che fa della suspense e della tensione le
sue principali caratteristiche. Montaggio alternato, funi che lentamente si
spezzano, passerelle sospese nel vuoto che rischiano di non reggere al peso dei
camion, pozze di petrolio da superare o macigni da far saltare perché
intralciano la strada. Questi sono solo alcuni degli espedienti che Clouzot
utilizza per tenerci efficacemente incollati allo schermo. Certo, bisogna
ammettere che riguardo le scene di “vita di tutti i giorni” abbiamo conosciuto
sceneggiature più moderne anche in film maggiormente datati e che spesso la recitazione
degli attori risulta un po’ troppo sopra le righe, ma la dimensione avventurosa
trattata in modo quasi neorealista funziona e ne fa un film sui generis sicuramente da vedere.
William Friedkin ha realizzato un remake nel 1977 dal titolo Il salario della paura (Sorcerer) (qui la recensione).
Woyzeck
di Werner Herzog
con Klaus Kinski, Eva Mattes,
Wolfgang Reichmann
Drammatico, 75 min., Germania, 1979
***
Woyzeck (Kinski) è
un soldato di guarnigione che ha un figlio dalla sua amante Maria e, per
mantenerlo, svolge lavori per il capitano e per il dottore del paese che lo
sottopone a esperimenti estremi. Esausto nel corpo e nello spirito, quando
Woyzeck viene per puro caso a conoscenza di un tradimento di Maria perde la
testa e l’accoltella.
Herzog traspone in immagini un dramma incompleto di Geog
Büchner affidando a Kinski buona parte del lavoro. Ne esce dunque un film riuscito
più nell’aria allucinata del protagonista che nella tensione e le motivazioni
che portano al fatto di sangue. L’unico aspetto interessante sotto il profilo
registico è il rapporto tra l'assassino, la vittima e la Natura.
Contagion
di Steven Soderbergh
con Marion
Cotillard, Matt Damon, Jude Law, Gwyneth Paltrow, Kate Winslet
Thriller,
Fantascienza, 106 min., USA, 2011
** ½
Beth (Paltrow), donna d’affari adultera,
porta un virus letale da Hong Kong a Minneapolis ed è la prima vittima di
un’epidemia che si diffonde senza freni su tutto il globo mietendo milioni di
vittime. Mentre nei centri di prevenzione e controllo si cerca una cura, il
marito di Beth (Damon) cerca di salvare la figlia scoprendosi immune e un
blogger (Law) tenta di fare soldi vendendo una cura omeopatica fasulla.
Non sono i soli co-protagonisti di un'opera che si caratterizza per la precisione delle inquadrature e della fotografia (Peter Andrews, pseudonimo dietro il quale si cela lo stesso Soderbergh). A conti fatti, però, il film risulta come una sala operatoria: freddo e asettico. Non mancano le accuse ad una società votata al profitto anche in occasione di emergenze planetarie, ma troppi passaggi sono scontati e molte tematiche lasciate in sospeso.
Non sono i soli co-protagonisti di un'opera che si caratterizza per la precisione delle inquadrature e della fotografia (Peter Andrews, pseudonimo dietro il quale si cela lo stesso Soderbergh). A conti fatti, però, il film risulta come una sala operatoria: freddo e asettico. Non mancano le accuse ad una società votata al profitto anche in occasione di emergenze planetarie, ma troppi passaggi sono scontati e molte tematiche lasciate in sospeso.
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