Anime nere
di Francesco Munzi
con Marco Leonardi, Peppino Mazzotta, Fabrizio Ferracane,
Anna Ferruzzo
Thriller, 103 min., Italia, Francia, 2014
Tre fratelli, tre volti
della ‘ndrangheta. Luciano, il cuore, vive ad Africo, paese dell’Aspromonte. È
un uomo umile, di sani principi. Dedica la vita all’allevamento e alla cura
della terra. Ha un figlio, Leo, che subisce il fascino della malavita e risolve
una questione d’onore demolendo la vetrata di un negozio con un fucile a
pallettoni. Nel mezzo di quella stessa notte scappa a Milano, dai fratelli di
suo padre. Qui trova lo zio Luigi, il braccio, che si divide tra l’Italia del
nord ed il nord Europa per contrattare con i cartelli sudamericani il traffico
e il prezzo della droga nel continente. Coordina gli affari l’altro zio, Rocco,
la mente, che cela la sua vera identità dietro un paio di occhiali da
ragioniere, una famiglia modello, una casa più che decorosa. Venuti a
conoscenza della bravata di Leo e degli effetti da essa generati, Luigi e Rocco
faranno ritorno ad Africo con il nipote per cercare di mettere a posto le cose.
La situazione degenererà.
Benché ci siano stati critici cinematografici che
hanno visto nella compresenza di tre fratelli dalle personalità così nette e distinte un’ingenuità che attenua l’incisività dell’opera, si deve comunque
rilevare che una caratterizzazione netta dei personaggi li rende credibili e
per questo funzionali a quel che, in fin dei conti, non può e non deve essere
altro che considerato come il racconto di una storia dai tratti tragici. Certo,
in questo modo il film non raggiunge quelle vette d’introspezione che possono
essere ravvisate in altre opere sulla mafia (da recuperare, in questo senso, Fratelli di Abel Ferrara). Ma accettando
per un momento che un film italiano possa avere caratteristiche da thriller (dalle
molteplici ambientazioni, anche in esterni!), e non necessariamente da “dramma
da camera”, ecco allora che lo spettatore si trova di fronte ad una storia
finalmente “maledetta”, ovvero fatta di faide, vendette, sangue. Il tutto reso
con realismo spietato e, quel che più ci interessa, ottima tecnica.
Forse, dato anche il recente successo della serie televisiva Gomorra, il cinema italiano ha ritrovato un genere davvero poco praticato. L’auspicio è che il filone non si esaurisca e che i temi di mafia fungano solo da trampolino di lancio per un’evoluzione del genere e del cinema italiano tutto.
Forse, dato anche il recente successo della serie televisiva Gomorra, il cinema italiano ha ritrovato un genere davvero poco praticato. L’auspicio è che il filone non si esaurisca e che i temi di mafia fungano solo da trampolino di lancio per un’evoluzione del genere e del cinema italiano tutto.
Voto: 4 su 5
(Film visionato il 27 settembre 2014)
1 commenti:
Piaciuto molto anche a me! Pensavo alla classica 'roba sui meridionali' ma ne è venuto fuori un film davvero bello e spietato!
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