lunedì 17 maggio 2010

Quinta lezione (14 maggio 2010) I


Requiem per la carta stampata?
Al salone del libro di Torino quest’anno non ha fatto notizia la qualità dei libri usciti ed in uscita. La scena è stata tutta per i supporti che si stanno sviluppando per visualizzarli. Di conseguenza si fanno sempre più ricerche sui cosiddetti "nativi digitali" che potrebbero fruire di queste nuove tecnologie. Ma quali sono queste nuove tecnologie?
Ora ci sono i TABLETS. Questi, sino a qualche anno fa, costavano un migliaio di dollari. Ora, invece, il prezzo è sceso a 500 dollari. Ci sono gli E-Reader, supporti dello spessore di qualche centimetro che permettono di sfogliare virtualmente il giornale o il libro che si desidera visualizzare.
Editoria e pagamenti
A detta di molti, i servizi internet dovrebbero essere gratuiti. Del resto internet è un servizio gratuito per definizione. Però, da questo assunto, nasce una domanda fondamentale per il futuro dell’editoria: i contenuti editoriali devono essere gratuiti o a pagamento? Dare una risposta risulta un’operazione assai ardua. Se si rendessero gratuiti i contenuti editoriali dovrebbero lievitare, per compensazione, i prezzi dei vecchi supporti, come la carta stampata. Ma sappiamo che tutto ciò non è possibile. Farli pagare allora? Chi ci ha provato ha rischiato di affondare.
Qual è ora il futuro dell’editoria? Per adesso i tablets. Tra questi c’è quello prodotto dalla Apple, l’iPad, che arriverà in Italia a giugno. Per quella data i grandi gruppi editoriali usciranno con dei programmi ad hoc. E come si farà a pagare le visualizzazioni? Le tariffe ormai le decidono i produttori delle macchine, non i creatori di contenuti. Apple, ad esempio, ha deciso che farà pagare la visualizzazione dei quotidiani o 0,79 o 1,39 euro.
Ora il problema riguarda sempre più i giornali. Con il web, infatti, tutto ciò che è su supporto cartaceo è andato in crisi. Ma torniamo al primo problema. Se ogni cosa sulla rete, in ambito editoriale, sarà gratuita, questo decreterà un suicidio volontario per lavoratori ed editori. E il fatto è che sono stati proprio questi ultimi a commettere in passato un gravissimo errore, mettendosi in concorrenza tra di loro sul web a colpi di servizi gratuiti.

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