Con la fine dell’estate tornano la scuola, i cappotti, le foglie secche, ma soprattutto tornano loro: i triti e ritriti programmi del palinsesto autunnale.
E anche quest’anno ci propinano trasmissioni con protagonisti bambini e ragazzetti, sempre più spesso impegnati in gare canore all’ultimo respiro. E purtroppo non parlo dello Zecchino d’Oro, ma di appuntamenti come Io Canto e Ti Lascio una Canzone i quali, a partire da questa settimana, cominciano a sfidarsi a colpi di audience e polemiche.
Ormai non se ne può più di questi baby divi che, come scimmiette ammaestrate, fanno il “compitino” esibendosi in acuti e gorgheggi da cantante consumato sulle struggenti note di brani impegnati come Perdere l’amore o La voce del silenzio (vedi il video sotto).
Cosa possono capirne di storie di amanti, tradimenti e via dicendo? In questi casi la loro non può essere una vera e propria interpretazione, ma si riduce ad una sterile esecuzione vocale, in cui ciò che più conta è la forma, non la sostanza. Proprio questa è la differenza fondamentale con il festival dell’Antoniano: quelli di Gerry Scotti e della Clerici sono programmi con i bambini, non programmi dei bambini, i quali vengono strumentalizzati per garantire alla rete di appartenenza la partecipazione affettiva dello spettatore.
Senza contare che, sbattuti di fronte alla telecamera ed elogiati da ogni parte, questi bambini perdono di vista i veri valori per rifugiarsi in un mondo irreale dove ogni traguardo è raggiunto senza fatica.
Ma qualcuno si chiede quali sono le loro emozioni?
E cosa succederà quando questo mondo patinato svanirà?
E anche quest’anno ci propinano trasmissioni con protagonisti bambini e ragazzetti, sempre più spesso impegnati in gare canore all’ultimo respiro. E purtroppo non parlo dello Zecchino d’Oro, ma di appuntamenti come Io Canto e Ti Lascio una Canzone i quali, a partire da questa settimana, cominciano a sfidarsi a colpi di audience e polemiche.
Ormai non se ne può più di questi baby divi che, come scimmiette ammaestrate, fanno il “compitino” esibendosi in acuti e gorgheggi da cantante consumato sulle struggenti note di brani impegnati come Perdere l’amore o La voce del silenzio (vedi il video sotto).
Cosa possono capirne di storie di amanti, tradimenti e via dicendo? In questi casi la loro non può essere una vera e propria interpretazione, ma si riduce ad una sterile esecuzione vocale, in cui ciò che più conta è la forma, non la sostanza. Proprio questa è la differenza fondamentale con il festival dell’Antoniano: quelli di Gerry Scotti e della Clerici sono programmi con i bambini, non programmi dei bambini, i quali vengono strumentalizzati per garantire alla rete di appartenenza la partecipazione affettiva dello spettatore.
Senza contare che, sbattuti di fronte alla telecamera ed elogiati da ogni parte, questi bambini perdono di vista i veri valori per rifugiarsi in un mondo irreale dove ogni traguardo è raggiunto senza fatica.
Ma qualcuno si chiede quali sono le loro emozioni?
E cosa succederà quando questo mondo patinato svanirà?
Ridateci Bim Bum Bam!
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