venerdì 10 settembre 2010

Perché non ci è piaciuto Rigoletto a Mantova

1- L’opera è stata spalmata su due giornate: sabato 4 settembre, alle 20.30, il primo atto; domenica 5 il secondo e il terzo rispettivamente alle 14 e alle 23.30. In questo modo la consequenzialità della vicenda è stata interrotta ed il pathos ne ha pesantemente risentito. Come diceva il vecchio saggio, «non si può interrompere un’emozione».



2- Un tenore (Domingo) non può fare una parte da baritono. O meglio, la può fare, ma il risultato non sarà lo stesso. Noi siamo per l’arte e l’arte non vive di compromessi.

2b- Per il canto è da rivedere anche Sparafucile. È lui il laido, ma la sua voce non era abbastanza sepolcrale.

3- Perché Rigoletto è un anziano di bell’aspetto? Oltre a non avere la voce adatta, Domingo ha dimostrato di non essere neanche nella parte. Più che gobbo, brutto e zoppicante sembrava un aristocratico prossimo ai sessant’anni, di bell’aspetto e dal buon portamento. Pensate, invece, che contrasto e che effetto avrebbe creato nel pubblico l’immagine di un vecchio storpio e gobbo che, nonostante le sue fattezze, viene abbracciato senza esitazioni da una bella e giovane figlia che lo ama di un amore filiale puro, spurio da convenzioni ed ipocrisie! Dov’era la gobba? Dov’era il fardello della maledizione?

4- Rigoletto mette in scena una tragedia. Dov’erano gli ambienti tetri? Troppa luce, troppa grazia negli interni. Vogliamo la nebbia – simbolo di indeterminatezza e di morte incombente – nel vicolo in cui Rigoletto incontra Sparafucile! E poi Rigoletto era un buffone, quindi non avrebbe mai potuto avere una casa bella e così curata nel mobilio come quella della rappresentazione.

5- Regia accademica. Troppa luce nelle scene girate di notte. Qualche buona inquadratura, soprattutto nei quadri finali dei tre atti. Niente di più. Rimane il fatto che la dimensione ideale del Rigoletto rimane e rimarrà quella invernale dove freddo, nebbia e vestiti pesanti accentuano la drammaticità della vicenda.

Siamo alle solite: è meglio far vedere qualcosa di raffazzonato o non far vedere nulla? La risposta in un modo di dire parmigiano che recita: piuttosto di niente è meglio piuttosto. Perfetto slogan per la situazione culturale della nostra povera patria.

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