martedì 31 maggio 2011

Nuova recensione Cineland. The Tree of Life di T. Malick

The Tree of Life
di Terrence Malick
con Brad Pitt, Jessica Chastain, Hunter Mc-Cracken
Drammatico, 138 min., India, Gran Bretagna, 2011

Da una parte la via della Grazia, dall’altra quella della Natura. C’è chi si dedica alla prima, cercando di vivere in armonia con gli altri – che siano famigliari o sconosciuti non importa – condividendo empaticamente le loro emozioni, le loro vittorie e le loro sconfitte. C’è chi si dedica con dedizione alla seconda, cercando di raggiungere la perfezione. Ma solo la Natura è perfetta, lei che è in continuo divenire, lei che ha visto passare le ere senza scomporsi, trovando sempre il modo di mettere in evidenza la sua bellezza, la sua essenza divina.

Sean Penn (nella sua infanzia interpretato dallo strepitoso Hunter McCracken) è il frutto di questa polarità: da una parte una madre (Jessica Chastain) che ha deciso di percorrere la prima strada, non senza sofferenze e sconfitte; dall’altra un padre troppo duro (Brad Pitt) perché tendeva alla perfezione, finendo così per alienarsi l’amore dei figli, che poi ha dovuto capitolare di fronte all’imperscrutabilità del futuro, parte dell’irraggiungibile splendore della Natura. In età adulta, e solo dopo aver superato il conflitto edipico col padre, Penn capirà che solo la Grazia salva, e in questo modo riuscirà a ricongiungersi, almeno idealmente, con le persone che hanno fatto parte della sua vita.

Si esaurisce qui il significato del film? Ciò che avete letto è solo una minima parte di quello che Malick è riuscito a condensare (ma attenzione, in maniera assolutamente organica) nella sua opera, che spicca per profondità, puntualità e precisione nel trattare temi filosofici quali vita, morte, religione, educazione ecc. C’è chi ha parlato di sequenze da pubblicità da profumo (il critico di Nice Matin) e ancora chi lo ha paragonato ad un bellissimo spot new age. Non scherziamo, qui siamo ad un livello superiore. La forza delle immagini è dirompente. Palma d’oro all’ultimo Festival di Cannes, il film sembra non avere mezze misure: piace (a pochi) o non piace (a molti). Di sicuro ha il pregio di aiutarci a distinguere tra gli ignoranti e i presuntuosi.

Voto: 4½/5

(Film visionato il 28 maggio 2011)

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