venerdì 8 aprile 2011

Il nucleare nel resto d'Europa

A venticinque anni da Chernobyl, il disastro scoppiato in Giappone nella centrale di Fukushima ha riportato brutalmente d’attualità la paura del nucleare, acutizzando il contrasto tra favorevoli e contrari e facendo addirittura presagire una possibile "fine dell'era nucleare", come ha scritto recentemente lo Spiegel.
E mentre noi italiani temporeggiamo, come siamo soliti fare, evitando di schierarci con fermezza da una parte o dall’altra, i nostri compagni europei cosa fanno?

Germania
Conta 17 reattori attivi (27% di energia prodotta) e un’opinione pubblica per la maggior parte ostile al nucleare, come dimostrano le numerose manifestazioni di protesta che periodicamente vengono organizzate nella capitale e non solo. Anche per questo, all’indomani della catastrofe giapponese Angela Merkel ha annunciato l’arresto immediato, almeno fino a quando non saranno messe a punto nuove misure di controllo, dei 7 reattori più obsoleti e un riesame della sicurezza in tutte le centrali del paese.
Oltre a questo, Berlino ha decretato una moratoria di tre mesi sull’applicazione di una legge approvata l’anno scorso, secondo la quale la vita delle centrali tedesche sarebbe stata prolungata in media di 12 anni.

Francia
Con 19 centrali e 58 reattori la Francia è il paese che in assoluto sfrutta maggiormente il nucleare, impiegato nella produzione di ben il 76% di energia elettrica.
Non mancano però le critiche, che fanno leva sui guasti e gli incidenti avvenuti nei mesi passati e investono in particolare la sicurezza delle centrali più vecchie. Tra queste soprattutto l’alsaziana Fessenheim, in servizio dal 1977, preoccupa per il rischio di sisma e inondazioni a cui è sottoposta la zona.
Altro punto di frizione tra favorevoli e ostili riguarda poi il progetto di realizzare entro i prossimi anni almeno due centrali di terza generazione generazione (le cosiddette EPR), tanto che i Verdi hanno reclamato la necessità di un referendum sulla situazione del nucleare. Irremovibile Sarkozy, che di fronte alle critiche continua a ripetere che “la Francia ha le centrali nucleari più sicure” e “non se ne parla di abbandonare il nucleare”.

Gran Bretagna
19 reattori attivi in 10 centrali di cui 9, ora in corso di smantellamento, saranno sostituite da una nuova generazione di centrali che entreranno in servizio entro il 2018. Nessun cambiamento al piano nazionale di rafforzamento del nucleare dopo l’incidente di Fukushima: per il momento l’HSE, l’autorità britannica di sicurezza nucleare, ha giudicato prematuro valutare se e in che modo la situazione potrà ritardare il progetto.

Finlandia
Avanti tutta sul nucleare per il governo finlandese, che non esita a definire quella atomica “energia rinnovabile”. Malgrado le reticenze della popolazione, un reattore di terza generazione è in costruzione e altri due saranno realizzati nei prossimi anni. Si aggiungeranno ai 4 reattori già esistenti.

Svezia
Con i suoi 10 reattori che producono il 38% di energia, la Svezia aveva da tempo deciso di affrancarsi dal nucleare, ma nel 2009 il governo cambiò idea e ne rilanciò il programma. Dopo Fukushima è stata aperta un’inchiesta sulla sicurezza delle centrali.

Spagna
Già prima di Fukushima il governo spagnolo aveva deciso l’abbandono del nucleare, con lo spegnimento, programmato tra il 2021 e il 2028, degli 8 reattori oggi attivi e il rafforzamento delle energie rinnovabili, in particolare il solare.

Belgio
I 7 reattori oggi attivi producono più della metà dell’energia del paese. Nel 2003, sotto la spinta dei partiti ecologisti allora al governo, il Parlamento aveva deciso l’estinzione delle centrali tra il 2015 e il 2025, ma nel 2009 è stato deciso di prolungare di dieci anni la vita dei tre reattori più vecchi. Il dibattito è ancora aperto.

Paesi Bassi
Da sempre propugnatore di fonti energetiche alternative, dopo Chernobyl il paese aveva deciso di spegnere entro il 2013 l’unico reattore in funzione, ma poi ne è stata allungata di dieci anni la vita.

Svizzera
L’incidente di Fukushima ha scosso l’opinione pubblica a tal punto che il governo ha frenato nettamente sul nucleare, fermando il progetto di costruzione di una nuova centrale che avrebbe dovuto aggiungersi alle 5 (38% di energia) già presenti sul territorio.

Austria
Nessuna centrale: il paese è radicalmente allergico al nucleare, al punto di avere innalzato nel 1999 l’interdizione all’uso dell’energia atomica a principio costituzionale.
La maggior parte del fabbisogno energetico viene colmato da centrali idroelettrice e impianti solari.

Repubblica Ceca, Ungheria, Romania, Bulgaria, Slovenia, Slovacchia
Hanno 1-2 centrali, quasi tutte piuttosto obsolete.

Irlanda e Grecia
Ostili al nucleare, non hanno mai avuto reattori.

Polonia e Lituania
Attualmente prive di centrali, ne stanno valutando la costruzione.

Fonte: Liberation

1 commenti:

Sandra M. ha detto...

Un bel casino!...passami il termine.

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